Acquista di più, risparmia di più – Risparmia fino al 20%
Alimenti, benefici, carenza, dosaggio ed effetti collaterali
La vitamina C è senza dubbio una delle vitamine più conosciute e ricercate. Non c'è da stupirsi, dopo tutto, che assuma molteplici ruoli all'interno dell'organismo. Ad esempio, la vitamina idrosolubile rafforza il sistema immunitario, ha proprietà antiossidanti, favorisce la guarigione delle ferite e l'assorbimento del ferro.
Una carenza di vitamine può avere gravi conseguenze. Dal momento che il corpo non è in grado di produrre la vitamina autonomamente, va a dipendere dall'assunzione mediante il cibo. Sintomi non specifici come la pelle ruvida, il sanguinamento delle mucose o il dolore muscolare così come la suscettibilità alle infezioni possono indicare una carenza di vitamina C.
Per prevenire questi sintomi può essere utile assumere un integratore alimentare contenente vitamina C. Sono soprattutto le persone anziane, le persone che soffrono di malattie croniche, così come le donne incinte, le donne che allattano e i fumatori, a dover fare in modo di ricevere adeguate quantità di vitamine.
La vitamina C, nota anche come acido ascorbico, è un acido organico. È sia incolore che inodore, ed è facilmente solubile in acqua. Esistono quattro diverse forme di acido ascorbico, ma solo l'acido L-(+)-ascorbico è biologicamente attivo. Il termine vitamina C è spesso usato non solo per indicare l'acido L-(+)-ascorbico, ma anche in relazione a tutti i derivati di questo acido che hanno un effetto simile. Le sostanze che l'organismo può convertire in acido L-(+)-ascorbico sono pertanto assegnate anche alla vitamina C. Vi rientra, ad esempio, l'acido deidroascorbico (DHA).
Il fattore scatenante per la ricerca di questa vitamina versatile fu lo scorbuto, la malattia dei marinai. Nel XVI e XVII secolo molti marinai soffrivano di carenza di vitamine. Erano maggiormente soggetti alle infezioni, lamentavano atrofia muscolare e debolezza o manifestavano febbre alta. Poiché la malattia è stata riscontrata esclusivamente tra i marinai, ebbe scarsa rilevanza per il resto della popolazione. Con l'espansione delle spedizioni mercantili nel XVII secolo, però, il numero di casi aumentò drasticamente.
Ciò ha posto lo scorbuto al centro della ricerca medica. A metà del XVIII secolo, il medico navale britannico James Lind esaminò la malattia. Pur non conoscendo la causa dei sintomi, somministrò per puro caso del succo di limone ad alcuni malati, i quali hanno subito mostrato un netto miglioramento dei sintomi, tornando in buona salute poco dopo.
Nel 1907, i medici norvegesi Holst e Fröhlich sono stati in grado di dimostrare in esperimenti con cavie che lo scorbuto è dovuto alla carenza di vitamine, gettando le basi per l'effettiva scoperta della vitamina C nel 1928 da parte del biochimico americano Charles Glen King e del medico ungherese Albert Szent-Györgyi.
Nel 1934, la vitamina C è stata sintetizzata artificialmente per la prima volta da Walter Norman Haworth e Tadeus Reichstein. Poi è iniziata la produzione industriale, nonostante la domanda di vitamina C artificiale fosse inizialmente bassa.
La terapia con vitamina C ha registrato una ripresa negli anni '60, soprattutto grazie a Linus Pauling. Il chimico americano e due volte premio Nobel ha propagato l'effetto profilattico della vitamina C contro le infezioni e il cancro assumendo quotidianamente fino a 18 grammi di vitamina fino alla sua morte all'età di 93 anni.
La vitamina C è una vitamina estremamente versatile di cui l'organismo necessita per vari processi metabolici. La sostanza vitale è conosciuta soprattutto per i suoi effetti sul sistema immunitario, ma è anche coinvolta, ad esempio, nella formazione del tessuto connettivo.
Nel corpo umano, la vitamina C svolge un ruolo decisivo soprattutto come sostanza antiossidante. Un antiossidante può rallentare o addirittura impedire completamente l'ossidazione di altre sostanze. Nell'organismo umano, gli antiossidanti sono importanti principalmente per l'inattivazione delle specie reattive dell'ossigeno (ROS), i cosiddetti radicali liberi o radicali dell'ossigeno.
I radicali liberi sono intermedi metabolici altamente reattivi e aggressivi. I composti di ossigeno in essi contenuti tentano sempre di formare un legame con altri elettroni. Questi elettroni li strappano via ad altri atomi o molecole, in modo da creare nuovi radicali. Come risultato di questa sfortunata reazione a catena, nel corpo si verifica uno stress ossidativo.
I radicali liberi e lo stress ossidativo danneggiano le proteine, gli acidi grassi, i carboidrati, il collagene, l'elastina, le pareti cellulari e gli organelli delle cellule, e come se non bastasse reagiscono anche con il DNA, portando di conseguenza a mutazioni puntiformi, disturbi enzimatici e disturbi della funzione cellulare.
I radicali liberi aumentano, tra l'altro, il rischio di contrarre:
In quanto antiossidante, la vitamina C è quindi indispensabile per il mantenimento della salute. Grazie al suo elevato potenziale antiossidante, la vitamina C viene aggiunta come additivo a molti alimenti come carne e insaccati.
La vitamina C è coinvolta come cofattore in diverse reazioni metaboliche. Ad esempio, il corpo necessita di vitamina C per la sintesi del collagene. Il collagene è una proteina presente nel tessuto connettivo, nelle ossa e nella cartilagine. Ad esempio, l'idrossilazione - una reazione chimica per introdurre i cosiddetti gruppi idrossi - dell'amminoacido prolina da idrossiprolina non è possibile senza la vitamina C come cofattore.
La vitamina C è anche coinvolta nella produzione di ormoni steroidei come il cortisolo o il testosterone, nonché nella sintesi degli acidi biliari e degli amminoacidi. Inoltre, favorisce anche l'assorbimento di zinco e ferro.
Una carenza di vitamina C si verifica sempre quando le riserve di vitamina C dell'organismo sono esaurite e l'apporto tramite il cibo non è sufficiente a coprire il fabbisogno. Un livello di vitamina C nel sangue compreso tra 11 e 28 µmol/l indica una carenza della stessa, mentre valori ematici inferiori a 11 µmol/l indicano una chiara carenza clinica con relativi sintomi. Tuttavia, la carenza di vitamina C tende a svilupparsi gradualmente e, per questo, spesso all'inizio non viene rilevata.
A differenza di molti altri esseri viventi, gli esseri umani non sono in grado di produrre vitamina C. Il corpo dipende quindi da un'alimentazione ricca di vitamine o da un'integrazione. Una carenza di vitamina C può essere dovuta principalmente ad una dieta sbilanciata e povera di frutta e verdura.
Ma anche chi mangia ogni giorno frutta e verdura fresca può manifestare un apporto insufficiente. La compromissione del tratto gastrointestinale, ad esempio nelle malattie infiammatorie croniche intestinali come il morbo di Crohn o la colite ulcerosa, può comportare una riduzione dell'assorbimento. Ci sono anche persone che, per motivi genetici, hanno difficoltà ad assimilare la vitamina C.
In alcune situazioni, il fabbisogno di vitamina C può essere aumentato. Le persone che fumano, fanno molto sport o sono in una fase stressante della vita, necessitano di maggiori quantità di vitamina C. Di seguito i gruppi che rischiano maggiormente di andare incontro ad un sottoapprovvigionamento di vitamina C:
Una mancanza di acido ascorbico può avere gravi conseguenze. La malattia più conosciuta dovuta ad una carenza di vitamina C è lo scorbuto. Oggi lo scorbuto è molto raro. I risultati dello studio suggeriscono che un deficit di vitamina C può aumentare il rischio di malattie degenerative degli occhi e di malattie dei dischi intervertebrali. Ma ad indicare una carenza di vitamina C possono essere anche i seguenti sintomi:
Gli agrumi sono conosciuti come le classiche fonti principali di vitamina. Ma anche le verdure di cavolo come i broccoli, la rosa o il cavolo nero sono molto ricche di vitamina C. Il Dipartimento dell'Agricoltura degli Stati Uniti (USDA) ha compilato una tabella completa di migliaia di alimenti indicandone il relativo contenuto di vitamina C.
Frutta e succhi di frutta:
Nella tabella risulta evidente che frutta e verdura costituiscano le principali fonti di vitamina C. Va notato, però, che il contenuto di vitamine può cambiare a seconda della varietà e della coltivazione. È importante notare che la vitamina C è estremamente sensibile e tende a decomporsi principalmente attraverso la luce e il calore. Gli spinaci che vengono conservati a una temperatura di 20 gradi per due giorni perdono l'80% del loro contenuto di vitamine.
Poiché la vitamina C è solubile in acqua, quando si lavano frutta e verdura vanno perse grandi quantità. La perdita dovuta al lavaggio è particolarmente elevata se il cibo viene tritato prima del lavaggio. Anche il taglio, il grattugiare o il frullare accelerano la degradazione enzimatica.
Per evitare perdite di vitamine durante la cottura, il tempo di cottura dovrebbe essere il più breve possibile. Le verdure vanno quindi sempre messe in acqua già bollente. Se si vogliono congelare le verdure, l'ideale sarebbe prima scottarle un po'. In questo modo si arresta la degradazione enzimatica delle vitamine e le verdure riescono a trattenerne di più.
La ciliegia acerola ha il più alto contenuto di vitamina C tra tutte le piante. Il frutto, però, non è solo ricco di vitamina C, ma contiene anche quantità significative di provitamina A, vitamina B1 e vitamina B2.
La drupa è originaria del Sud America. Oggi è coltivata principalmente in Messico, Florida, Guatemala, Panama e Brasile. Anche se il nome lo suggerisce, l'acerola non è legata alla ciliegia locale.
Proprio come la ciliegia, però, l'acerola può crescere fino a tre centimetri, è rotonda e ha un colore rosso. Il frutto matura entro 25 giorni e può essere raccolto dall'albero fino a quattro volte l'anno. Ha un sapore piuttosto aspro e non è trasportabile a causa della sua pelle sottile. Per questo motivo in Europa non ci sono quasi mai bacche di acerola fresche.
Ciononostante, questa fonte di vitamine è disponibile sotto forma di succo o polvere. La polvere in particolare può essere utilizzata in molti modi come integratore alimentare e, oltre alla vitamina C, fornisce anche sostanze vegetali secondarie e minerali come il potassio e il ferro.
Il baobab è il frutto dell'omonimo albero africano ed è conosciuto come un super alimento dell'Africa. Per secoli il baobab è stato utilizzato come rimedio naturale in Africa.
Gli alberi di baobab, originari della savana, possono raggiungere un'altezza fino a 25 m e possono vivere per diverse migliaia di anni. L'albero porta i suoi primi frutti all'età di 20 anni. Il frutto del baobab è a forma di uovo e ha la buccia dura ricoperta di peli. All'interno, ci sono semi che contengono la polpa bianca del frutto.
In Europa, il baobab è disponibile principalmente in polvere. La polvere contiene in media sei volte più vitamina C delle arance, ma è anche ricca di potassio e calcio. Vale la pena di menzionare anche il contenuto di polifenoli. Questi composti aromatici non solo influenzano il colore e il gusto, ma possono anche comportare benefici per la salute.
La vitamina C possiede una bassa tossicità e, anche a dosi più elevate, pochi effetti collaterali. Per evitare eventuali effetti indesiderati, non dev'essere superata una dose giornaliera di 2000 mg.
I possibili effetti collaterali di un'integrazione di vitamina C a dosi più elevate includono:
Anche i calcoli renali rientrano spesso nell'elenco dei possibili effetti collaterali dell'assunzione di vitamina C nel lungo termine. L'acido ascorbico è parzialmente convertito in acido ossalico nel corpo. Questo, a sua volta, è un componente dei calcoli di ossalato di calcio, che possono formarsi nel tratto urinario.
Mentre alcuni studi sono giunti alla conclusione che la vitamina C non aumenta il rischio di calcoli renali, altre ricerche suggeriscono che ci sia un collegamento. Nel complesso, però, il rischio assoluto che i calcoli renali siano dovuti all'integrazione di vitamina C è piuttosto basso.
Di seguito le possibili interazioni:
Per prevenire i sintomi da carenza, la Società Tedesca per la Nutrizione (DGE) raccomanda un'assunzione giornaliera di vitamina C che va da 20 a 155 mg, a seconda dell'età e del sesso.
Le donne incinte a partire dal quarto mese di gravidanza hanno un maggiore bisogno di vitamina C e pertanto dovrebbero assumerne almeno 105 mg al giorno. Per le madri che allattano, il fabbisogno giornaliero è addirittura di 125 mg. Per i fumatori, il DGE raccomanda anche una maggiore assunzione di vitamina C, pari a 135-155 mg al giorno.
Il fabbisogno giornaliero raccomandato è sufficiente per una persona del tutto sana così da prevenire un'acuta carenza di vitamine con relativi sintomi. Fattori esterni come i raggi UV, l'inquinamento, le cattive abitudini alimentari, ma anche infezioni o malattie croniche, possono aumentare il fabbisogno di vitamina C.
Va inoltre notato che, alla fine, solo una parte della vitamina assunta diventa disponibile per il corpo. Questo perché la disponibilità di acido ascorbico dipende anche dal suo assorbimento nell'intestino, dal trasporto ai tessuti e dal riassorbimento nei reni.
Ci sono opinioni diverse sul dosaggio corretto. Per esempio, Frei et al. concludono che il dosaggio ottimale per la prevenzione delle carenze corrisponde a 200 mg di vitamina C al giorno.
Il Linus Pauling Institute presso la Oregon State University, d'altra parte, raccomanda per gli adulti 400 mg di vitamina C al giorno, che è decisamente superiore alla dose giornaliera raccomandata dalla Società Tedesca per la Nutrizione. I ricercatori stanno basando i loro risultati su diversi studi che hanno indagato una possibile connessione tra l'assunzione di integratori alimentari e i livelli di vitamina nel plasma sanguigno. A tal proposito, l'effetto migliore è stato osservato in volontari sani di test nel momento in cui hanno assunto la dose giornaliera di 400 mg di vitamina C.
Gli scienziati del Linus Pauling Institute, però, sottolineano che questo dosaggio è valido solo per il mantenimento della salute in soggetti già sani e non per il trattamento delle malattie. Le persone affette da una malattia potrebbero presentare un fabbisogno notevolmente maggiore ed è essenziale che regolino il loro dosaggio di conseguenza.
Durante la gravidanza la vitamina C è di grande importanza per lo sviluppo del nascituro. Ad esempio, se la futura mamma presenta una carenza, questo può andare a compromettere lo sviluppo cerebrale del bambino. In uno studio condotto dall'Università di Copenaghen, una carenza di vitamina C ha rilevato disturbi dello sviluppo nell'ippocampo, ovvero quella parte del cervello principalmente responsabile della memoria e dell'apprendimento.
Al contempo, uno studio di Schjoldager et al. ha evidenziato che una mancanza di vitamina C si traduce in una riduzione della funzione placentare e in una minore dimensione della placenta. In questo modo, una carenza di vitamina C può anche comportare un peso minore alla nascita.
Per ragioni etiche, i risultati dello studio si basano esclusivamente su esperimenti con cavie. Ma dal momento che, come gli esseri umani, le cavie non sono in grado di produrre da solei la vitamina C, si prestano bene come modelli di studio.
Al fine di prevenire malformazioni nel nascituro, le donne in gravidanza dovrebbero quindi assicurarsi di ricevere un apporto sufficiente di vitamina C e di seguire le raccomandazioni della Società Tedesca per la Nutrizione.
Durante l'allattamento, Il fabbisogno di vitamina C aumenta fino al 50%. Pertanto, occorrono circa 50 mg di vitamina C per 750 ml di latte materno. I bambini, inoltre, ne hanno bisogno per uno sviluppo sano. Uno studio del 2005 mostra che una dieta ricca di vitamina C durante il periodo di allattamento riduce il rischio di malattie atopiche nei bambini. Queste ultime comprendono la neurodermite, la rinocongiuntivite allergica e l'asma bronchiale allergico.
Gli studi dimostrano che i bambini allattati al seno presentavano livelli di vitamina C migliori rispetto ai bambini cui era stato somministrato latte in polvere. Anche quando la madre ha poca vitamina C nel sangue, i bambini ne ricevono a sufficienza. Per prevenire la carenza nella madre, può essere utile assumere integratori alimentari durante il periodo di allattamento. Il dosaggio dovrebbe basarsi sul fabbisogno giornaliero raccomandato dal DGE per le madri che allattano.
Chi fa sport regolarmente dovrebbe nutrirsi secondo gli apporti raccomandati dal DGE, al fine di fornire al proprio corpo tutti i nutrienti e le sostanze vitali di cui ha bisogno. Ma a queste raccomandazioni potrebbe essere necessario apportare delle modifiche, specialmente per gli atleti agonisti. Ad esempio, gli atleti necessitano di un maggior apporto di carboidrati, proteine e micronutrienti.
Per la buona riuscita negli sport di resistenza e di forza, la funzione dei mitocondri nelle cellule muscolari diventa essenziale, perché il vettore energetico adenosina trifosfato (ATP) è prodotto in queste centrali elettriche delle cellule. L'ATP è un importante prerequisito per il movimento del muscolo. La vitamina C, in quanto antiossidante, è in grado di proteggere i mitocondri delle cellule del corpo dai radicali liberi che vengono prodotti in grandi quantità durante l'attività fisica.
Nel loro studio del 2008, Nakhostin-Roohi et al. sono stati in grado di ridurre significativamente i danni muscolari mediante la somministrazione di 1000 mg di vitamina C prima di una sessione sportiva di 30 minuti. Anche la perossidazione lipidica da parte dei radicali e delle specie di ossigeno altamente reattive, che può portare a danni cellulari, si è dimostrata meno marcata rispetto al gruppo placebo.
In un altro studio, anche un'alta dose di integrazione di vitamina C, pari a 3 g al giorno, ha mostrato effetti positivi sulla condizione dei muscoli. In seguito ad un allenamento intenso, sono stati trovati nel sangue livelli di creatina chinasi più bassi rispetto alle persone sottoposte al test nel gruppo della vitamina C. Questo indica che sono state danneggiate meno cellule muscolari. I soggetti del test lamentavano anche meno dolori muscolari e il rapporto di glutatione come indicatore dello stress ossidativo era più positivo rispetto al gruppo di confronto.
Tuttavia, non tutti gli studi riescono a confermare questi benefici. Ad esempio, in uno studio di Theodorou et al. del 2011, l'integrazione di vitamina C non ha mostrato alcun effetto sulla performance muscolare. Pertanto, le prestazioni di resistenza non sempre possono migliorare con l'assunzione di integratori a base di vitamina C.
La combustione incompleta del tabacco produce circa 4000 composti chimici, molti dei quali cancerogeni. Inoltre, ogni boccata di sigaretta, rilascia numerosi radicali liberi che danneggiano il DNA e altre strutture del corpo. Il fumo, però, non porta solo al restringimento e all'indurimento dei vasi sanguigni, ma comporta spesso anche una carenza di vitamina C, il che a sua volta aumenta il rischio di danni consequenziali.
I fumatori hanno livelli di vitamina C significativamente più bassi rispetto ai non fumatori. Sono soprattutto le persone che fumano più di 20 sigarette al giorno a mostrare un evidente deficit. Vi sono probabilmente due ragioni per questo: da un lato, i fumatori consumano molta più vitamina C perché hanno aumentato lo stress ossidativo. In secondo luogo, i fumatori in genere seguono una dieta meno sana rispetto ai non fumatori. Ma anche con il consumo quotidiano di frutta e verdura nutriente, il livello di vitamina C nei fumatori rimane spesso troppo basso a causa dell'elevato consumo.
Difficoltà a respirare, tosse e bronchite sono i segni tipici della broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO). La BPCO colpisce soprattutto i fumatori. Un gruppo di ricerca coreano ha condotto uno studio con più di 3000 partecipanti. 512 di questi partecipanti erano pazienti affetti da BPCO.
In questo studio, un basso apporto di vitamina C si è rivelato un fattore di rischio per le malattie polmonari croniche ostruttive. Ma con l'assunzione giornaliera di 85-140 mg di vitamina C, sembrerebbe possibile ridurre il rischio di malattia nei fumatori incalliti del 76% circa rispetto ai soggetti che ricorrono ad un dosaggio inferiore a 48 mg al giorno.
La vitamina C sembra avere dei benefici anche sulla funzione polmonare dei fumatori. Per via dell'infiammazione cronica causata dal fumo di sigaretta nelle vie aeree, molti fumatori soffrono di difficoltà respiratorie. Nel test di funzionalità polmonare, è emerso che i fumatori che assumono più di 70 mg di vitamina C al giorno ottengono risultati notevolmente migliori.
I fumatori di lunga data possono, nel corso degli anni, sviluppare l'enfisema. Ciò è causato da una distruzione irreversibile del tessuto polmonare, con conseguente aumento anomalo del contenuto d'aria nei polmoni. I sintomi tipici della malattia sono la mancanza del respiro, una colorazione bluastra della pelle e un intervallo di respirazione ristretto.
Negli esperimenti sugli animali, la vitamina C ha mostrato la sua efficacia persino nella prevenzione dell'enfisema; non solo contrasta lo stress ossidativo, ma stimola anche la sintesi del collagene nel tessuto polmonare. Nei roditori è stato anche mostrato un aumento del cosiddetto fattore di crescita endoteliale vascolare, che stimola la crescita dell'endotelio vascolare. Di conseguenza, si è manifestato un miglioramento nella rigenerazione del tessuto polmonare danneggiato dal fumo.
L'integrazione di vitamina C nei fumatori potrebbe quindi essere utilizzata per la prevenzione farmacologica dell'enfisema polmonare. Tuttavia, sono necessari ulteriori studi per testarne l'efficacia nell'uomo. Ciononostante, in ogni caso i fumatori dovrebbero tener conto del maggior fabbisogno di vitamina C e consumare almeno 130 mg di vitamina C al giorno.
Il fatto che il fumo durante la gravidanza abbia conseguenze negative per la salute del nascituro dovrebbe essere ormai noto a tutti. I medici, però, stimano che una donna incinta su cinque continui a cercare la sigaretta. L'elenco dei possibili danni al bambino è lungo:
Le donne che non vogliono rinunciare alla sigaretta durante la gravidanza possono ridurre almeno in parte gli effetti negativi del fumo sul loro bambino assumendo vitamina C. Se durante la gravidanza la madre assume 500 mg di vitamina C al giorno, la funzione polmonare del bambino migliora. Ma, naturalmente, l'obiettivo primario dovrebbe sempre essere l'astinenza dal tabacco.
Il numero di casi di cancro è in costante aumento in tutto il mondo. Nel 2012, ben 14 milioni di persone hanno contratto la malattia maligna. L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) prevede che, entro il 2030, saranno più di 20 milioni di persone all'anno a vedersi diagnostica un cancro.
I tipi di tumori più comuni negli uomini includono il cancro alla prostata, al colon e ai polmoni. Le donne, invece, sono colpite principalmente dal cancro al seno e al colon. Secondo uno studio britannico, il 40% di tutti i tumori potrebbe essere prevenuto mediante dei cambiamenti nello stile di vita. Oltre al fumo, anche l'alimentazione nonché l'apporto di nutrienti e sostanze vitali influiscono in maniera decisiva sullo sviluppo del cancro.
All'inizio degli anni '70, Linus Pauling diffuse l'idea che la vitamina C, in quanto antiossidante, svolga un ruolo decisivo nella terapia del cancro. Pauling e i suoi colleghi hanno somministrato ai pazienti con tumore in stadio terminale un'infusione di 10 g di vitamina C al giorno per 10 giorni. Il trattamento è stato poi proseguito mediante l'assunzione per via orale. È stato osservato un evidente aumento del tempo medio di sopravvivenza dei pazienti.
In uno studio di Monti et al. del 2012, i pazienti con un tumore pancreatico metastatico hanno ricevuto anche una somministrazione endovenosa di vitamina C. Tuttavia, la dose corrispondeva a 50, 75 o 100 g per infusione ed è stata somministrata in combinazione con la chemioterapia. Nonostante il breve periodo di trattamento di otto settimane, in alcuni pazienti il tumore primario è diminuito.
Drisko et al. e Padayatty et al. hanno ottenuto un successo analogo nei loro studi con la somministrazione endovenosa di vitamina C. Va notato, però, che si tratta di studi effettuati su un numero relativamente basso di partecipanti e senza un gruppo di controllo.
Nel loro studio preclinico del 2015, Yun et al. hanno rilevato una speciale modalità d'azione della vitamina C nel cancro del colon-retto. Hanno scoperto che la vitamina C prende di mira in maniera selettiva le cellule tumorali con le cosiddette mutazioni KRAS o BRAF.
Circa il 40% di tutti i tumori intestinali presenta una mutazione nel gene KRAS e non risulta sensibile alla terapia con gli anticorpi monoclonali cetuximab e panitumumab. Il 10% di tutti i pazienti affetti da cancro colorettale ha una mutazione nel gene BRAF. Questi tumori sono considerati particolarmente aggressivi.
Le cellule colpite da questa mutazione formano uno specifico trasportatore di glucosio sulla loro superficie, attraverso il quale la vitamina C può entrare nella cellula e distruggere le cellule tumorali.
Anche se finora i ricercatori sono stati in grado di ottenere risultati positivi solo negli esperimenti sugli animali, in futuro seguiranno ulteriori studi clinici anche con soggetti umani affetti da cancro. Se la terapia dovesse dimostrarsi efficace anche in questo caso, potrebbe essere utile per tutti quei pazienti affetti da tumore. Ciò spesso concerne anche le mutazioni KRAS.
La terapia ad alto dosaggio con vitamina C è ben tollerata dalla maggior parte dei pazienti affetti da cancro. In alcuni studi, le persone sottoposte a test riferiscono un miglioramento della qualità della vita. Meno frequentemente soffrono di vomito e nausea o stanchezza cronica. Anche l'integrazione di vitamina C sembra ridurre la tossicità e quindi gli effetti collaterali della chemioterapia.
Il successo nel trattamento del cancro può essere raggiunto solo con la somministrazione per via endovenosa di alte dosi di vitamina C. Mediante l'integrazione orale, i ricercatori non sono stati in grado di raggiungere livelli di vitamina sufficientemente elevati nel sangue. L'integrazione orale di vitamina C ha quindi maggiori probabilità di contribuire positivamente nella prevenzione del cancro.
Studi scientifici sottolineano continuamente che la vitamina C potrebbe avere un ruolo nella prevenzione del cancro. Per esempio, un meta-studio del 1991 ha mostrato un significativo effetto preventivo della vitamina C sullo sviluppo del cancro della laringe, dell'esofago, del cavo orale e del pancreas. Sono state trovate anche correlazioni tra la vitamina C e il cancro al seno, allo stomaco, alla cervice uterina e al colon.
L'assunzione di vitamina C sembra ridurre anche il rischio di cancro ai polmoni. Un'ulteriore meta-analisi del 2014 giunge alla seguente conclusione: se l'assunzione giornaliera di vitamina C aumenta di 100 mg, il rischio di cancro ai polmoni si riduce del 7% circa.
Gli studi disponibili permettono di concludere che l'assunzione di vitamina C e la terapia infusionale ad alte dosi migliorano la qualità della vita dei pazienti affetti da tumore e riducono gli effetti collaterali della chemioterapia o della radioterapia. Sebbene gli effetti antitumorali siano stati accertati in numerosi studi, sono ancora necessarie ulteriori ricerche per stabilirli saldamente nella terapia standard antitumorale.
Per la prevenzione del cancro, si raccomanda l'assunzione regolare di vitamina C attraverso il cibo e, se necessario, ricorrendo a integratori alimentari.
Pur non riuscendo da solo a produrre vitamina C, l'organismo umano è in grado di immagazzinare la sostanza. Organi e tessuti come la milza, il cervello o le ghiandole surrenali fungono da depositi. La vitamina C si trova anche nel plasma sanguigno e in alcuni globuli bianchi (leucociti). La capacità media di immagazzinamento della vitamina C è compresa tra 1000 e 5000 mg.
Gli integratori alimentari a base di vitamina C sono disponibili in diverse formulazioni. In primo luogo, si può fare una distinzione tra la forma sintetica e quella naturale. La vitamina C naturale, ad esempio, si ottiene dalla ciliegia acerola, mentre la forma sintetica viene prodotta in laboratorio partendo dalla sostanza di base D-glucosio.
Gli studi sugli animali mostrano talvolta notevoli differenze nella biodisponibilità della vitamina C artificiale e naturale. La vitamina C della frutta viene assorbita e utilizzata meglio dalla maggior parte degli animali, ma non è stato possibile replicare gli stessi risultati negli studi sull'uomo. La vitamina C sintetica può essere utilizzata dall'uomo così come la forma naturale.
Quest'ultima, però, ha un grande vantaggio: di solito non è presente in maniera isolata, ma in combinazione con sostanze vegetali secondarie. Normalmente, a differenza dell'acido ascorbico prodotto artificialmente, la vitamina C dei frutti fornisce anche sostanze vegetali secondarie, che possono aumentare l'effetto vitaminico e garantire che la vitamina non venga scomposta troppo rapidamente.
La vitamina C è disponibile in capsule e in polvere. Le capsule di vitamina C ne facilitano l'assunzione regolare, in quanto sono insapore e possono essere ingerite rapidamente. Sono altamente digeribili e ben tollerate. Man mano che la capsula si scioglie gradualmente nello stomaco, il livello di vitamina C sale più lentamente e costantemente.
La vitamina C naturale è disponibile anche in polvere. Sono soprattutto le persone che non amano mandare già capsule o compresse a scegliere la vitamina C in polvere. Il gusto dipende dalla sostanza originale. Ad esempio, la polvere di acerola, ricca di vitamina C, ha un sapore fruttato e fresco con una piacevole nota acida. La vitamina C in polvere può essere aggiunta a yogurt, frullati e prodotti analoghi o, semplicemente, mescolata in acqua. Il dosaggio può essere regolato individualmente a seconda delle esigenze.
L'organismo umano reagisce al sovraccarico o agli atteggiamenti scorretti in caso di stress. I rischi possono essere di natura diversa: i fattori scatenanti interni includono, ad esempio, la pressione delle prestazioni o del tempo, il sovraffaticamento fisico, ansia o problemi nella partnership. I fattori di stress esterni, invece, sono principalmente il rumore, il caldo o il freddo.
Quando siamo stressati, il corpo rilascia più cortisolo, l'ormone dello stress. Quest'ultimo non fa che aumentare i livelli di zuccheri nel sangue in modo che il corpo abbia sufficiente glucosio a disposizione, ma influenza anche la pressione sanguigna e numerosi altri processi metabolici.
Se lo stress permane, il corpo non può più recuperare. Lo stress cronico ha un effetto negativo sul metabolismo ormonale in quanto favorisce l'insorgenza della depressione e dell'obesità. Lo stress cronico aumenta anche il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari e morbo di Alzheimer.
Da ben 15 anni ormai, le compagnie di assicurazione sanitaria registrano un allarmante aumento dei congedi per malattia legati allo stress. Su 15 giorni di assenze pro capite all'anno, 2,5 giorni di malattia sono dovuti a disturbi mentali legati allo stress quali ansia, nervosismo e depressione. Questi dati chiariscono perché è importante agire tempestivamente contro lo stress e le sue conseguenze.
Negli esperimenti condotti su animali da laboratorio che prevedevano l'impiego di alte dosi di vitamina C, i ricercatori sono stati in grado di ridurre il rilascio di cortisolo sotto stress. Allo stesso tempo, hanno osservato una riduzione delle reazioni fisiche correlate allo stress e sono stati in grado di abbassare la mortalità dovuta alla medesima causa attraverso la somministrazione di ascorbina.
Nel loro studio del 2002, Brody et al. hanno indagato sulla possibilità di trasferire o meno questi risultati anche agli esseri umani. Allo studio in doppio cieco controllato con placebo hanno partecipato 120 adulti sani, impiegando il Trier Social Stress Test per generare stress psicologico. Prima di sottoporsi al test, la metà dei partecipanti aveva assunto 3000 mg di vitamina C al giorno per due settimane; l'altra metà aveva ricevuto un placebo.
Rispetto al gruppo placebo, i partecipanti del gruppo vitamina C si sono sentiti soggettivamente meno stressati. Anche se i loro livelli di cortisolo erano aumentati altrettanto rapidamente, sono però nuovamente diminuiti ancora più rapidamente.
I ricercatori hanno anche riscontrato dei benefici sulla pressione sanguigna: i valori della pressione sanguigna sia sistolica che diastolica sono aumentati in minor misura nel gruppo ascorbina sotto stress. Inoltre, la pressione sanguigna è tornata al valore iniziale dopo una decina di minuti, mentre i soggetti placebo presentavano ancora valori di pressione sanguigna elevati anche dopo 40 minuti.
L'esatto meccanismo d'azione della vitamina C sullo stress e sui suoi effetti non è ancora del tutto noto. Rimane però notevole il numero di proprietà legate alla riduzione dei rischi, ampiamente diversificati. Sono in particolare i pazienti inclini a malattie cardiovascolari, e che sono anche esposti a stress cronico, a poter trarre beneficio da un'integrazione di vitamina C.
Lo scorbuto è una malattia causata da una grave carenza di vitamina C. Pertanto, questa condizione appartiene alle cosiddette ipo- o avitaminosi. Nei neonati, lo scorbuto è anche chiamato sindrome di Möller-Barlow.
Lo scorbuto era già conosciuto in Egitto nel secondo millennio a.C. La malattia da carenza di vitamina è menzionata anche negli scritti del famoso medico Ippocrate e dell'autore romano Plinio. Tuttavia, la causa, a quel tempo, era ancora sconosciuta.
Dal XV al XVIII secolo, lo scorbuto ha rappresentato la principale causa di morte tra i marinai. La dieta unilaterale in mare priva di cibo fresco ha portato ad una marcata carenza di vitamine per molti marinai. Nel 1754, il medico di bordo James Lind scoprì per caso che gli agrumi aiutavano a combattere la temuta malattia. Con questo, lo scorbuto perse almeno una parte del suo orrore.
Numerosi casi di malattia sono ricomparsi solo nei soldati durante le due guerre mondiali, nei campi di concentramento tedeschi e nei campi di lavoro sovietici.
La malattia da carenza si sviluppa lentamente e in maniera insidiosa, cosicché spesso i sintomi compaiono solo dopo diversi mesi. DI seguito i sintomi più comuni:
Nel peggiore dei casi, lo scorbuto porta alla morte per insufficienza cardiaca.
Anche se oggi lo scorbuto non gioca più un ruolo importante come una volta, la malattia non è stata ancora debellata. Oggi, però, si sviluppa nelle persone denutrite, soprattutto nei paesi in via di sviluppo.
Ma anche nei paesi industrializzati si può soffrire di una forte carenza di vitamina C. Sono particolarmente a rischio gli alcolisti, le persone con malattie intestinali croniche o disturbi alimentari. Poiché lo scorbuto non è molto diffuso, c'è il rischio che la malattia venga trascurata nonostante i sintomi caratteristici. Nel 2011, ad esempio, un bambino di otto anni in Galles è morto di scorbuto.
Le persone che presentano sintomi da scorbuto o altri sintomi non specifici, che possono essere assegnate a un gruppo a rischio, dovrebbero quindi essere sottoposte ad un test per lo scorbuto. A tale scopo, una semplice determinazione del livello di vitamina C nel sangue è sufficiente.
Gli antiossidanti proteggono l'organismo dai radicali liberi. Questi composti altamente reattivi dell'ossigeno presentano una struttura chimica instabile perché mancano di un elettrone. Per poter diventare di nuovo completi, cercano un elettrone adatto, che vanno a strappare da una molecola intatta. Questo furto di elettroni è anche conosciuto come ossidazione.
Ora anche alla molecola che ha perso il suo elettrone a causa della molecola radicale manca un elettrone. Così diventa essa stessa un radicale libero, alla ricerca di una particella adatta. In questo modo, inizia una reazione a catena che, alla fine, genera lo stress ossidativo.
Alti livelli di stress ossidativo possono causare diversi danni all'organismo. I radicali liberi compromettono le cellule nella loro funzione o addirittura portano alla morte cellulare, danneggiando peraltro il DNA e inattivando gli enzimi.
Il danno può manifestarsi nei seguenti modi:
Gli antiossidanti come la vitamina C possono proteggere il corpo dai radicali liberi nocivi in due modi differenti. Essa cede 'volontariamente' un elettrone ai radicali liberi, proteggendo così le cellule del corpo dal processo di ossidazione. Se un elettrone viene strappato da una molecola di vitamina C, non diventa un radicale libero, ma stabile, interrompendo le pericolose reazioni a catena.
Diversi studi confermano le proprietà antiossidanti della vitamina C. Ma l'uso di integratori contenenti vitamina C, per la protezione contro le malattie cardiovascolari o altre conseguenze dell'esposizione ai radicali, rimane controverso. Ad esempio, una meta-analisi del 2007 riporta un aumento del tasso di mortalità correlato all'assunzione regolare di integratori contenenti antiossidanti come le vitamine C, A ed E.
Va notato, però, che la maggior parte di questi studi indagano gli effetti della vitamina C isolata e solitamente artificiale. Vi sono prove che la vitamina C ricavata da fonti naturali come l'acerola o il baobab non manifestano questi effetti negativi.
La vitamina C è conosciuta come il potenziatore per eccellenza del sistema immunitario. Stimola la formazione dei globuli bianchi (leucociti) e contribuisce anche alla produzione di interferoni.
Gli interferoni sono proteine o glicoproteine dalle proprietà non solo stimolanti per il sistema immunitario, ma anche antivirali e antibatteriche. Inoltre, la vitamina C aumenta l'attività delle cosiddette cellule killer naturali, in grado di identificare e uccidere le cellule anormali come quelle tumorali o infette da virus.
Sono soprattutto i bambini e gli anziani a trarre beneficio dall'effetto immunostimolante della sostanza vitale. Ad esempio, per quei bambini che, in uno studio in doppio cieco controllato con placebo, hanno assunto uno o due grammi di vitamina C al giorno non sono state molte le assenze a scuola per via dell'influenza. Contraevano molto meno spesso tosse e raffreddore rispetto ai bambini del gruppo di confronto.
Uno studio del 1998 mostra anche che una dose giornaliera di 200 mg di vitamina C può stimolare l'efficacia delle cellule immunitarie nelle persone in età avanzata. Un altro studio dello stesso anno conferma che il sistema immunitario delle donne anziane è notevolmente rafforzato grazie all'assunzione di vitamina C e vitamina E.
L'assunzione profilattica di vitamina C può non solo ridurre la frequenza dei raffreddori, ma anche la loro durata. In media, la durata della malattia si riduce dell'8% negli adulti e fino al 14% nei bambini. Anche la gravità dei sintomi del raffreddore si riduce in seguito alla profilassi con vitamina C.
La vitamina C gioca un ruolo cruciale nella salute delle gengive e dei denti. Le gengive sanguinanti sono un sintomo comune dello scorbuto, la malattia da carenza di vitamina. Ma anche un deficit meno marcato può causare problemi alle gengive.
Da un lato, la mancanza di vitamina C può danneggiare le gengive riducendo la produzione di collagene. In secondo luogo, la vitamina C ha proprietà antistaminiche, la cui assenza fa sì che le infiammazioni si manifestino più frequentemente.
Una causa comune del sanguinamento delle gengive è l'infiammazione delle stesse (gengivite), solitamente causata da un'infezione batterica. Le persone colpite non solo lamentano gengive sanguinanti, ma anche dolore. Se non trattata, la gengivite può portare alla perdita dei denti.
La vitamina C si è dimostrata molto utile nel trattamento della gengivite. I prodotti per la cura dei denti contenenti vitamina C, in particolare, possono aumentare l'attività antiossidante della saliva e quindi ridurre l'infiammazione.
La vitamina C si è dimostrata particolarmente efficace nella lotta contro il batterio Porphyromonas gingivalis. Il batterio è considerato un indicatore di una forma di parodontite particolarmente grave e aggressiva. Questo porta non solo al sanguinamento delle gengive, ma anche alla perdita dei denti dopo poco tempo. La vitamina C è in grado di ridurre l'effetto tossico dei batteri sulle cellule delle gengive, contrastando quindi la parodontite.
La vitamina C gioca un ruolo chiave nella cicatrizzazione delle ferite, in quanto è coinvolta in tutte le fasi della guarigione. Una carenza non rilevata può quindi essere la causa scatenante disturbi correlati alla guarigione delle ferite.
La guarigione delle ferite procede in fasi che si susseguono nel tempo e talvolta si sovrappongono. Nella fase di essudazione, nota anche come fase infiammatoria, l'attenzione si concentra sulla stimolazione del processo di guarigione e sull'uccisione degli agenti patogeni invasori. Linfociti, granulociti neutrofili, monociti e macrofagi sono particolarmente importanti per la pulizia delle ferite.
I granulociti neutrofili, in particolare, dissolvono i tessuti morti e assorbono anche i batteri. Dopodiché si disintegrano attirando quindi più cellule immunitarie. Per questo importante processo l'organismo ha bisogno di vitamina C.
Nella seconda fase di guarigione della ferita, la fase proliferativa o di granulazione, si formano nuovi tessuti per riempire la ferita. Sono i cosiddetti fibroblasti ad accelerare la formazione di nuovi tessuti attraverso una maggiore sintesi di collagene. La vitamina C svolge infatti un ruolo fondamentale nella formazione del collagene.
In quanto cofattore, la sostanza vitale assicura la conversione della prolina in idrossiprolina e della lisina in idrossilisina. Mentre l'idrossiprolina serve a rafforzare la molecola di collagene, l'idrossilisina assicura la reticolazione delle molecole di collagene. Se questi processi di conversione non hanno luogo, si formano solo proteine strutturali danneggiate.
Nella terza fase della ferita, il tessuto difettoso della seconda fase di guarigione si trasforma in tessuto cicatriziale. Se ci sono disturbi nella formazione di collagene a causa di una carenza di vitamina C, possono svilupparsi cattive e antiestetiche cicatrici.
Arteriosclerosi è il termine usato per descrivere i depositi di grasso e tessuto connettivo, nonché le scorte di calcio nei vasi sanguigni arteriosi. La malattia cronica delle arterie porta a disturbi circolatori e, nel peggiore dei casi, a infarto o ictus.
I fattori di rischio per l'arteriosclerosi includono la pressione alta, il diabete mellito, il fumo e i livelli elevati di lipidi nel sangue. Anche la predisposizione genetica sembra ricoprire un certo ruolo nello sviluppo dell'arteriosclerosi.
Studi recenti dimostrano che la vitamina C può influenzare positivamente sia l'iperlipidemia che l'ipertensione, entrambi fattori di rischio per l'arteriosclerosi. Studi in vivo dimostrano che un maggiore apporto di vitamina C è in grado di abbassare i livelli eccessivi di colesterolo e trigliceridi.
In particolare, i pazienti con valori basali nel range medio e alto possono trarre beneficio da un'integrazione. Oltre ad una riduzione del colesterolo LDL, il colesterolo cattivo, è stato riscontrato anche un moderato aumento del colesterolo HDL, quello buono che promuove la salute.
Si stima che il 50-60% di tutte le persone con la pressione alta abbia le arterie calcificate. In questo senso, la vitamina C può avere un effetto benefico sulla regolazione della pressione sanguigna, proteggendo quindi dall'arteriosclerosi. Si presume che l'effetto di abbassamento della pressione sanguigna sia dovuto alla migliore disponibilità di ossido nitrico (NO), il quale genera dilatazione (vasodilatazione) e rilassamento dei vasi sanguigni, abbassando di conseguenza la pressione sanguigna.
Una carenza di vitamina C può condurre al sanguinamento a causa di un cambiamento nella struttura vascolare. Per questo, la sostanza vitale è necessaria, sia per la sintesi che per il collegamento dei fili di collagene nelle pareti dei vasi sanguigni. I vasi fragili si rompono più velocemente. Inoltre, il rilascio di ossido nitrico dalle pareti dei vasi è compromesso nel caso di una struttura vascolare fragile.
La vitamina è necessaria per la formazione di collagene, cartilagine e tessuto osseo. Macchie e sanguinamento della pelle così come una diminuzione del materiale osseo (osteoporosi) sono quindi possibili segni di una carenza di vitamina C.
La pelle è composta da tre strati: l'epidermide (lo strato superficiale della cute), il derma (lo strato intermedio) e la sottocute (il tessuto sottocutaneo). Questa particolare struttura permette di creare una barriera di protezione contro le influenze esterne dannose. La vitamina C è contenuta nella pelle in alte concentrazioni, laddove peraltro assume diversi compiti.
In quanto antiossidante, la vitamina C è in grado di proteggere la pelle dagli effetti nocivi dei raggi UV. Sotto l'influenza dei raggi UV, si formano radicali liberi che possono danneggiare la pelle. Lo stress ossidativo non solo fa invecchiare prematuramente la pelle, ma aumenta anche il rischio di sviluppare tumori alla pelle come il carcinoma basocellulare o il melanoma.
La vitamina C può ridurre i danni indotti dai raggi UV al DNA nei cheratinociti della pelle e inibire il rilascio di citochine infiammatorie. Studi preclinici hanno anche evidenziato delle proprietà protettive della vitamina C sullo sviluppo di tumori cutanei dovuti all'aumento delle radiazioni UV.
Le proprietà antiossidanti della vitamina C sembrano essere benefiche anche per quanto riguarda l'aspetto della pelle. Per questo, l'assunzione regolare di vitamina C mediante il cibo è in grado di ridurre le rughe. Ma la loro formazione può essere ridotta anche con l'applicazione di creme contenenti vitamina C. Probabilmente questo effetto si basa sulla stimolazione della sintesi del collagene nella pelle.
In quanto antiossidante e cofattore, la vitamina C è coinvolta in numerosi processi metabolici in diversi tipi di cellule del corpo. Pertanto, svolge un ruolo essenziale per la salute non solo della pelle, ma anche delle ossa.
Il tessuto osseo è costituito, da un lato, da cellule ossee (osteociti) e, dall'altro, da una sostanza dura, la cosiddetta matrice ossea. Oltre ai mucopolisaccaridi, le fibre di collagene costituiscono il componente principale della matrice. La matrice ossea rende il tessuto osseo più elastico e meno fragile, e serve anche a dissipare la pressione.
Poiché la vitamina C è coinvolta come cofattore nella sintesi del collagene, ha un impatto diretto sulla qualità delle ossa. La vitamina sembra anche stimolare gli osteoblasti a costruire la sostanza ossea.
L'osteoporosi è una malattia dell'apparato osseo che si associa ad una perdita eccessiva di sostanza ossea. Questo è il motivo per cui la malattia è comunemente conosciuta come perdita delle ossa. Le ossa perdono forza e si rompono più facilmente. I risultati dello studio suggeriscono che la vitamina C può essere utilizzata per prevenire l'osteoporosi.
La Framingham Osteoporosis Study ha mostrato una correlazione significativa tra l'assunzione di vitamina C e la densità ossea, soprattutto negli uomini più anziani. Più vitamina C conteneva la dieta dei soggetti, minore era la perdita ossea rilevata durante il periodo di osservazione di quattro anni.
Questo beneficio è stato dimostrato anche in altri studi per le donne in post-menopausa, appartenenti al principale gruppo di rischio per l'osteoporosi. Le donne che soffrono anche di una carenza di vitamina D beneficiano maggiormente di un apporto più alto di vitamina C.
Le malattie cardiovascolari sono ancora la prima causa di morte in Germania. Su 100.000, 270 sono le persone che ogni anno muoiono di malattie cardiache. Tra queste vi sono, ad esempio, la malattia coronarica (CHD), l'insufficienza cardiaca e l'infarto miocardico.
La principale causa di morte per carenza di vitamina C è l'insufficienza cardiaca. Questo dimostra quanto sia importante un sufficiente apporto di vitamine per la salute del cuore. Sebbene lo scorbuto sia estremamente raro nei paesi industrializzati, anche le carenze minori possono colpire il cuore.
Diversi studi dimostrano che soprattutto le persone con bassi livelli di vitamina C nel sangue vanno incontro ad un rischio maggiore di sviluppare malattie cardiovascolari. Inoltre, le loro morti a causa di queste malattie sono più frequenti rispetto alle persone con livelli di vitamina C nella norma. Ma perché si verifichino questi effetti negativi non è necessaria una grave carenza di vitamina C, in quanto anche valori bassi, che in realtà rientrano ancora nella norma, possono aumentare il rischio di ammalarsi.
L'aterosclerosi è la principale causa di malattie cardiovascolari come la malattia occlusiva delle arterie periferiche o la cardiopatia coronarica (CHD). Ciò significa che l'arteriosclerosi è anche un importante fattore di rischio per gli infarti e gli ictus.
La vitamina C può avere effetti benefici sulla salute dei vasi sanguigni. In particolare, è in grado di migliorare le funzioni dell'endotelio vascolare. L'endotelio è un sottile strato di cellule che riveste l'interno dei vasi sanguigni. Le cellule endoteliali producono, tra l'altro, ossido nitrico (NO), il quale dilata i vasi e influenza la pressione sanguigna e la coagulazione del sangue.
Una dose tra i 500 e i 2000 mg di vitamina C al giorno per un periodo di almeno due settimane, secondo i risultati della ricerca di Ashor e al., possono migliorare significativamente la funzione endoteliale.
La vitamina C è essenziale per un tessuto connettivo forte e solido. Il tessuto connettivo è costituito da fibre elastiche e da collagene. La vitamina C è un'importante componente della sintesi del collagene e, dunque, anche un prerequisito per un tessuto connettivo forte.
Molte donne lamentano i tipici buchi antiestetici sulle superficie della pelle, in particolare nella zona delle cosce e dei glutei. La cellulite si sviluppa nel tessuto adiposo sottocutaneo. Il grasso sottocutaneo della donna è separato da una rete di tessuto connettivo. Se il tessuto connettivo si indebolisce, compaiono le ammaccature tanto odiate.
La vitamina C rinforza il tessuto connettivo stimolando la sintesi del collagene, pertanto si rivela utile ai fini del trattamento e della profilassi della cellulite.
Prodotti consigliati