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Selenio: un importante oligoelemento

Informazioni, benefici, carenze, dosaggi, effetti collaterali

24 feb 2022




Selenio: un importante oligoelemento

Benefici del selenio

La ricerca ha evidenziato come il regolare consumo di selenio naturale abbia positivi effetti antivirali e risulti fondamentale nella fertilità e la riproduzione maschile e femminile. Il selenio, inoltre, riduce il rischio di cancro, di malattie autoimmuni e tiroidee. 

Grazie alle sue proprietà antiossidanti, il selenio è in grado di svolgere un ruolo protettivo dell'organismo, migliorando la qualità del flusso sanguigno ed aumentando la resistenza alle malattie e allo stress. Viene spesso evidenziata la funzione che il selenio svolge nell'attività antiossidante di riduzione dei radicali liberi e delle infiammazioni.

Ne deriva che il selenio è un importante sostegno dell'organismo in quanto coadiuvante nella prevenzione del cancro, nel contrasto ai virus, nello scongiurare le malattie cardiache e nella riduzione dei sintomi associati a malattie gravi come l'asma.

Studi condotti negli Stati Uniti mostrano come nelle persone sane la carenza di selenio sia rara. Coloro che soffrono di malattie come l'HIV, il morbo di Crohn e altri disturbi che interferiscono con l'assorbimento dei nutrienti, hannofrequentemente un basso livello di selenio che facilmentepuò sfociare in carenza.

Quali sono le forme di selenio?

Il selenio è un oligoelemento presente in modo naturale in molti alimenti ma che può essere aggiunto ad altri ed è disponibile anche nella forma di integratore alimentare. Il selenio, fondamentale dal punto di vista nutrizionale per l'uomo, fa parte di più di due dozzine di selenoproteine che svolgono un ruolo cruciale nella riproduzione, nel metabolismo degli ormoni tiroidei e nella sintesi del DNA, oltre che nella protezione dai danni provocati dall'ossidazione e dalle infezioni.

Il selenio esiste in due forme: inorganica (selenato e selenite) e organica (selenometionina e selenocisteina), entrambe buone fonti di selenio. I terreni contengono seleniti e selenati inorganici, che vengono assorbiti dalle piante e convertiti in forme organiche, per lo più in selenocisteina, in selenometionina e nei loro derivati metilati.

Il selenio in forma di selenometionina si trova principalmente nei tessuti animali e umani, dove può essere assorbito in modo non specifico dalle proteine dell'organismo con l'aminoacido metionina. I muscoli scheletrici sono il principale sito di accumulo di selenio, in quantità variabili tra il 28 ed il 46% del totale.

Sia la selenocisteina che la selenite sono ridotte per generare selenide di idrogeno, che a sua volta viene convertita in selenofosfato per la biosintesi delle selenoproteine. 

I livelli di selenio presenti nell'organismo sono rilevati mediante la misurazione della concentrazione nel plasma e nel siero. La concentrazione nel sangue e nelle urine dipendono dall'assunzione più o meno recente del selenio. Analizzando il selenio contenuto nei capelli o nelle unghie è possibile monitorare gli effetti dell'assunzione della durata di mesi o anni.

L'individuazione della quantità di una o più selenoproteine (come la glutatione perossidasi e la selenoproteina P) consente la misura funzionale dello stato del selenio. La presenza di selenio nel plasma o nel siero in concentrazioni pari o superiori agli 8 microgrammi (mcg)/dl consentono normalmente la sintesi della selenoproteina nelle persone sane.

Dosaggio del selenio

La quantità di selenio raccomandate (DRI) dal Food and Nutrition Board (FNB) presso l'Istituto di Medicina delle Accademie Nazionali (ex Accademia Nazionale delle Scienze) forniscono indicazioni relative alle dosi opportune di selenio e delle altre sostanze nutritive.

DRI è il l'acronimo generico di una serie di valori guida utilizzati nella pianificazione e nella valutazione delle quantità dei principi nutritivi da assumere da parte di individui sani. Questi valori variano in base all'età e al sesso, e includono:

  • Dose giornaliera raccomandata (RDA): l'assunzione media giornaliera corrispondente al fabbisogno di nutrienti di quasi tutti gli individui sani (97-98%).
  • Valore adeguato da assumere /AI: viene determinato quando le evidenze scientifiche non sono talida stabilire una dose giornaliera di riferimento; viene invece indicata una quantità che si presume garantisca un apporto adeguato.
  • Fabbisogno medio giornaliero stimato/valore AAR: è la quantità media giornaliera ipotizzata, corrispondente al 50% del fabbisogno delle persone sane. Questo valore viene solitamente utilizzato per valutare l'adeguatezza dell'apporto di nutrienti in alcune popolazioni e non è mai applicato ai singoli individui.
  • Dosaggio massimo consentito/valore UL: costituisce la dose massima giornaliera che si considera non avere effetti negativi sulla salute.

Dosi di riferimento giornaliere (RDA) di selenio:

*Assunzione adeguata (AI); per i bambini dalla nascita fino ai 12 mesi, la FNB ha indicatoilvalore di selenio assuntodai bambini sani nutriti con latte materno.

Cibi che contengono selenio

Il selenio negli alimenti

Tra gli alimenti naturali ricchi di selenio troviamo le noci del Brasile, le uova, il fegato, il tonno, il merluzzo e i semi di girasole, ma anche il pollame e alcuni tipi di carne.

Anche i prodotti integrali sono una buona fonte di selenio, soprattutto se lavorati e preparati con attenzione. Il selenio è infatti piuttosto delicato e può facilmente depauperarsi durante la lavorazione o a causa di una cottura eccessiva.

La quantità di selenio presente in una particolare fonte alimentare vegetale dipende dal contenuto di selenio nel suolo e da una serie di altri fattori quali il pH e la presenza di materia organica nel terreno. Inoltre il selenio deve essere in una forma adatta all'assorbimento da parte delle piante. Di conseguenza, la concentrazione di selenio negli alimenti vegetali varia notevolmente in base alla provenienza geografica.

Il database che riporta la composizione degli alimenti formulato dal Dipartimento dell'Agricoltura degli Stati Uniti indica il contenuto di selenio delle noci del Brasile in 544 mcg per 30 grammi circa di prodotto. Tuttavia altre analisi riportano valori notevolmente differenti. .

Questo indica che il contenuto di selenio del suolo ha un considerevole impatto su quello delle piante. Queste a loro volta vengono consumate dagli animali con conseguente variabilità della quantità di selenio anche nei prodotti di origine animale.

Tuttavia va segnalato che la concentrazione di selenio nel suolo ha un minore impatto sul contenuto di selenio nei prodotti di origine animale rispetto a quelli di origine vegetale. Questo perché gli animali hanno concentrazioni di selenio nei tessuti prevedibili grazie ai meccanismi omeostatici. Bisogna poi considerare che la maggior parte dei mangimi utilizzati in zootecnia contiene la stessa quantità di selenio.

Di seguito sono elencati 12 alimenti con il più alto contenuto di selenio (percentuali basate sulla RDA di 55 mcg al giorno per gli adulti):

Noci del Brasile - una tazza contiene 607 mcg (1,103% DV)
Uova - 1 uovo di media grandezza contiene 146 mcg (265% DV)
Semi di girasole - una tazza contiene 105 mcg (190% DV)
Fegato (ovino o bovino) - 85 g contengono 99 mcg (180% DV)
Pesce San Pietro – 85 g contengono 64 mcg (116% DV)
Tonno - 85 g contengono 64 mcg (116% DV)
Aringa - 85 g contengono 39 mcg (71% DV)
Petto di pollo - 85 g contengono 33.2 mcg (58% DV)
Salmone - 85 g contengono 31 mcg (56% DV)
Turchia - 85 g contengono 25 mcg (45% DV)
Semi di chia - 85 g contengono 15.6 mcg (28% DV)
Funghi - una tazza contiene 15 mcg (27% DV)

Il selenio come integratore alimentare

Il selenio è disponibile negli integratori multivitaminici/multiminerali o come integratore singolo, spesso come selenometionina o lievito arricchito di selenio, o, ancora, come selenito di sodio o selenato di sodio. L'organismo umano riesce ad assorbire più del 90% della selenometionina ma non più del 50% del selenio derivato dalla selenite. 

Poche sono le ricerche che hanno confrontato l'assorbimento e la biodisponibilità delle diverse forme di selenio. In unadi queste è stato somministrato quotidianamente ed in maniera casuale a 10 gruppi composti da individui con alto livello di selenio nell'organismo un placebo o una quantità di selenio tra i 200 e i 600 mcg sotto forma di selenometionina, selenito di sodio o lievito ad alto contenuto di selenio (con una stima del 75% di selenio costituito da selenometionina). 

La rilevazione della biodisponibilità del selenio basata sull'escrezione urinaria è risultata più alta per la selenometionina e più bassa per il selenito. Tuttavia, tutte le forme di integratori hanno influito solo sui livelli plasmatici di selenio ma non sull'attività della glutatione perossidasi né tantomeno sulla concentrazione di selenoproteine P. Ciò ha confermato che i partecipanti allaricerca avevano già un livello di selenio sufficiente prima di iniziare ad assumere i quantità supplementare di selenio.

Carenza di selenio

La carenza di selenio è causa di variazioni biochimiche che possono esporre le persone già sottoposte a stress ad alcune malattie. Ad esempio, la carenza di selenio combinataad un secondo fattore di stress (come un'infezione virale) può condurre alla malattia di Keshan, una cardiomiopatia emersa in alcune zone della Cina durante la fase di preparazione di una campagna perl'assunzione integrativa di selenio sostenuta dal governo nel 1970. 

In precedenza, il consumo medio di selenio degli adulti nelle zone colpite dalla malattia di Keshan si attestava su un livello non superiore agli 11 mcg al giorno, mentreper un adulto l'apporto minimo che possa proteggerlo dalla malattia è di 20 mcg al giorno. 

La carenza di selenio è anche associata all'infertilità maschile e può influire sull'insorgeredella malattia di Kashin-Beck, un tipo di osteoartrite i cui casi si concentrano in alcune regioni della Cina, del Tibet e della Siberiadove maggiore è la carenza di selenio. Il deficit di selenio può anche aggravare una carenza di iodio, aumentando potenzialmente il rischio di cretinismo nei neonati.

Gruppi a rischio per carenza di selenio

La carenza di selenio è rara negli Stati Uniti e in Canada, mentre è più comune in Europa e in Cina. I seguenti gruppi sono tra quelli che hanno più probabilità di avere un carente apporto di selenio.

Persone che vivono in regioni povere di selenio

Il consumo di selenio in Nord America, anche nelle regioni povere di selenio, è ben al di sopra della RDA.Tuttavia, in altri paesi del mondo, dove la dieta è basata principalmente su verdure provenienti da regioni povere di selenio, lapopolazione è esposta al rischio di sviluppare sintomi propri della carenza. L'assunzione di selenio più bassa al mondo si registra in alcune aree della Cina, dove gran parte della popolazione segue una dieta prevalentemente vegetariana e dove i livelli di selenio nel suolo sono molto bassi.

AL'assunzione media giornaliera di selenio è bassa anche in alcuni paesi europei, soprattutto dove la popolazione è maggiormente incline alladieta vegetariana. In Nuova Zelanda, a lungo un paese con una bassa disponibilità di selenio, si è verificata un'inversione di tendenza grazie all'importazione di cereali ricchi di selenio. 

Pazienti in dialisi

Nei pazienti sottoposti a emodialisi a lungo termine si registrano livelli di selenio significativamente più bassi rispetto alle persone sane, in quanto questo trattamento rimuove il selenio dal sangue. Perdipiù, questi pazienti rischiano di assumere solo minime quantità di selenio a causa dell'anoressia derivante dalle intossicazioni urinarie e dalle restrizioni alimentari.

Sebbene gli integratori a base di selenio aumentino i valori a livello ematicodei pazienti in emodialisi, sono necessarie ulteriori evidenze scientifiche per decretarequali effetti clinici positivi gli integratori possano avere su questi pazienti.

Persone con HIV

È frequente riscontrare bassi livelli di selenio nelle persone sieropositive. Questo può derivare da un'insufficiente assunzione di selenio (soprattutto nei paesi in via di sviluppo) e a perdite eccessive dovute a diarrea e disturbi dell'assorbimento. Studi osservazionali hanno trovato un legame tra bassi livelli di selenio delle persone con HIV e l'aumento del rischio di cardiomiopatia, di morte e, nelle donne in gravidanza, di trasmissione dell'HIV al nascituro e conseguente morte precoce del neonato. 

Alcuni studi clinici randomizzati sull'integrazione di selenio in adulti sieropositivi hanno rilevato che la somministrazione di selenio può ridurre il rischio di ospedalizzazione e prevenire un aumento della carica virale dell'HIV-1. L'arresto dello sviluppo della carica virale dell'HIV-1 può causare un aumento del numero di cellule CD4, un tipo di globuli bianchi che contrasta le infezioni. 

Tuttavia, uno studio ha dimostrato che,nelle donne in gravidanza,gli integratori al selenio possono prevenire la morte precoce del neonato ma non hanno alcun effetto sulla carica virale e sul numero dei CD4 della madre. 

Il selenio può rallentare la progressione dell'HIV

La ricerca ha evidenziato come l'assunzione giornaliera di integratori al selenio combinataalla terapia antiretrovirale tradizionale possa avere un effetto di controllo sulla carica virale associata all'HIV e aumentare il numero delle cellule immunitarie.

Lo studio, pubblicato nell'ultimo numero di Archives of InternalMedicine, evidenzia la necessità di ulteriori ricerche sul ruolo dei micronutrienti nel trattamento dell'AIDS, sottolineando come il selenio non sia un sostituto dei normali farmaci antiretrovirali pur essendo potenzialmente in grado integrarli.

'Per quanto in nostra conoscenza, questo è il primo studio in doppio cieco, randomizzato, controllato con placebo su un gruppo di uomini e donne affetti da HIV, volto a dimostrare che l'assunzione quotidiana di 200 microgrammi di selenio per un periodo di nove mesi aumenta i livelli di selenio nel siero e sopprime la progressione della carica virale dell'HIV-1', scrive l'autore principale Barry Hurwitz dell'Università di Miami.

Lo studio clinico controllato con placebo, randomizzato e in doppio cieco, ha esaminato gli effetti di un'integrazione giornaliera di 200 microgrammi di lievito di selenio rispetto all'assunzione di placebo in 262 soggetti sieropositivi con età media di 40,6 anni. Il numero medio di linfociti T-CD4 (cellule del sistema immunitario che vengono attaccate dal virus) è stato rispettivamente di 417 e 441 cellule per microlitro di siero per i gruppi di selenio e placebo al basale, mentre i livelli medi di selenio nel siero erano rispettivamente di 113 e 111 microgrammi per litro.

Centosettantaquattro volontari sono stati sottopostialla procedura per nove mesi e, successivamente, hanno partecipato ad un follow-up di nove mesi. Il gruppo a cui sono stati somministrati integratori al selenio ha visto un aumento dei livelli di selenio pari a 32,2 microgrammi per litro rispetto ai soli 0,5 microgrammi per litro del gruppo placebo.

L'ipotesi era che un aumento del contenuto di selenio nel sangue avrebbe comportato una riduzione della carica virale dell'HIV, che a sua volta avrebbe comportato un aumento del numero dei CD4.

I ricercatori hanno dichiarato che 'le persone trattate con selenio, i cui livelli sierici di selenio sono aumentati di più di 26,1 microgrammi per litro, hanno mostrato un'eccellente aderenza (86,2%), nessun cambiamento nella carica virale dell'HIV-1 e un numero maggiore di cellule CD4 per microlitro (+27,9)'.

Inoltre, secondo la Commissione, non è stato segnalato alcun evento negativo legato all'integrazione del selenio.

Secondo i ricercatori 'il metodo esatto usato per influenzare la replicazione del virus HIV-1 mediante selenio non è ancora noto, anche se la letteratura cita diverse possibilità'.

Un'ipotesi è che le proprietà antiossidanti del selenio riescano a riparare i danni alle cellule immunitarie indotti dall'ossigeno, la cui produzione aumenta significativamente nell'organismo dei pazienti affetti da HIV. Tuttavia, questa relazione dovrà essere confermata da ulteriori ricerche.

I ricercatori necessitano di ulteriori indagini per scoprire se l'effetto indiretto del selenio sulla conta delle cellule CD4 si limiti a bilanciare la carica virale dell'HIV-1 e, in tal caso, quali processi ne siano responsabili.

'Considerando le sfide associate alla farmacoterapia convenzionale per raggiungere e mantenere la soppressione virologica della malattia da HIV, i nostri risultati considerano l'uso del selenio quale terapia aggiuntiva semplice, economica e sicura', concludono gli autori.

I risultati dello studio sono stati accolti con favore da AVERT, una organizzazioneinternazionale senza fini di lucrodedita alla lotta all'HIV e all'AIDS con sede nel Regno Unito. La ricerca 'sottolinea l'importanza del selenio per il corretto funzionamento del sistema immunitario e fornisce buone ragioni per il ricorso all'uso di integratori al selenio nelle persone sieropositive'.

Ulteriori studi a lungo termine dovrebbero essere ora condotti per valutare se gli integratori al selenio possano rallentare gli esiti della malattia prima del ricorso alla terapia antivirale.

Le cause della carenza di selenio

Il selenio si trova nel suolo e negli alimenti. In realtà ci sono 4 tipi di minerali di selenio presenti in natura. Questi 4 depositi naturali di selenio sono: selenio elementare, selenide, selenite e selenato.

Due di queste forme, il selenato e la selenite, sono rilevabili prevalentemente nell'acqua, mentre le altre due tipologie si trovano nel suolo e quindi nelle risorse alimentari. Per gli esseri umani, la forma primaria di approvvigionamento di selenio è il consumo di cibo seguito dall'assorbimento attraverso l'acqua e l'aria. 

La quantità di selenio presente nel suolo varia da un luogo all'altro. Ad esempio, alcuni studi riportano bassi livelli di selenio nel suoloin alcune parti dell'Europa e dell'Africa le cui popolazionisono esposte al rischio di immunodeficienza.

Ulteriori ricerche hanno rilevato che nella popolazione di alcune parti del Regno Unito e di altri paesi dell'Unione europea si riscontra una diminuzione della concentrazione di selenio nel sangue, motivo che desta preoccupazioninelle autorità sanitarie per i possibili effetti negativi sulla salute delle persone.

A parità di fonti alimentari, la quantità di selenio dipende in gran parte dalle condizioni del suolo. Pertanto, anche all'interno dello stesso alimento, i livelli di selenio possono variare notevolmente e i suoi benefici possono essere maggiori o minori a seconda del luogo di coltivazione.

La carenza di selenio è associata ad un aumento del rischio di mortalità, ad un indebolimento delle difese immunitarie e ad un declino cognitivo. 

Allo stesso tempo, mentre per gli adulti la quantità giornaliera raccomandata di selenio è di 55 mcg, si ritiene che negli Stati Uniti sia di 125 mcg, il che soddisfa di gran lunga il bisogno. La ricerca indica che la popolazione statunitense della pianura costiera orientale e del Pacifico nord-occidentale ha i livelli di selenio più bassi a causa delle prevalenti condizioni del suolo.

Il consumo medio quotidiano di selenio della popolazione locale è pari a 60-90 mcg, quantità ancora considerabilesufficiente, seppur inferiore rispetto ad altri gruppi di popolazione provenienti da aree con suolo ricco di selenio.

Come accertarela carenza di selenio

Qualora ci si trovi in una condizione in cui la carenza di selenio è potenzialmente pericolosa, sarebbe opportuno sottoporsi ad un test per verificare l'opportunità di una integrazione. Per verificarne il livello attuale, può essere richiesto al proprio medico un esame del sangue o dei capelli.

Bisogna, tuttavia, tenere presente che un campione sanguignorivelerà solo la quantità di selenio consumata di recente. Al contempo, l'esame dei capelli non fornisce una precisa indicazione generale, poiché l'oligoelemento viene immagazzinato in modo diverso nei vari organi e sistemi.

Ad esempio, nella ghiandola tiroidea si trova più selenio che in qualsiasi altra parte dell'organismo in quanto il selenio svolge una funzione importante nei processi metabolici.

Dal momento che gli esperti rilevano raramente carenze di selenio in popolazioni solitamente esenti da malnutrizione o immunodeficienza, si ritiene trascurabile la probabilità di sviluppare una patologica carenza di selenio purché le fonti alimentari naturali presenti nella dieta ne offrano il giusto apporto.

Selenio e cancro

A causa dei suoi effetti sulla riparazione del DNA, sull'apoptosi, sul sistema immunitario o endocrino e altri meccanismi, e le sue proprietà antiossidanti, il selenio può anche svolgere un ruolo nella prevenzione del cancro. 

Studi epidemiologici suggeriscono una relazione inversa tra il livello di selenio nell'organismo e il rischio di cancro al colon, alla prostata, ai polmoni, alla vescica, alla pelle, all'esofago e allo stomaco. In una revisione Cochrane degli studi sul selenio e la prevenzione del cancro, risulta che nel gruppo con il più alto consumo di selenio il rischio di cancro è diminuito del 31% rispetto alla categoria con l'apporto più basso. Questo gruppo presentava anche un rischio inferiore del 45% di morte a causa del cancro e del 33% di sviluppare il cancro alla vescica.

Inoltre, negli uomini il rischio di contrarre il cancro alla prostata è diminuito del 22%. Gli autori non hanno rilevato alcuna connessione tra il consumo di selenio e il rischio di cancro al seno. Una meta-analisi di 20 studi epidemiologici ha mostrato una potenziale relazione inversa tra i livelli di selenio dell'unghia del piede, del siero o del plasma e il rischio di cancro alla prostata. 

Prove controllate e randomizzate per appurare l'effettività degli integratori al selenio nella prevenzione del cancro hanno prodotto risultati contraddittori. Sulla base di nove studi clinici randomizzati, gli autori di una revisione Cochrane hanno concluso che il selenio può coadiuvare nella prevenzione del cancro gastrointestinale, ma hanno anche sottolineato che questi risultati devono essere confermati da studi clinici randomizzati opportunamente progettati.  

In un'analisi secondaria di uno studio in doppio cieco, randomizzato e controllato, sulla prevenzione del cancro nutrizionale che ha coinvolto 1.312 adulti statunitensi con una storia medica di carcinoma basocellulare o squamocellulare della pelle, è stato rilevato che l'assunzione giornaliera di 200 mcg di selenio sotto forma il lievito di birra contenente selenio per un periodo di 6 anni ha abbassato il rischio di cancro alla prostatadel 52-65%. 

Questo effetto era più pronunciato negli uomini con il terzile più basso nelle concentrazioni di selenio e che avevano un antigene prostatico specifico di partenza (PSA) di 4 ng/ml o inferiore.

Lo studio sulla prevenzione del cancro mediante selenio e vitamina E (SELECT), randomizzato e controllato su 35.533 uomini di 50 anni e oltre provenienti da Stati Uniti, Canada e Portorico, è stato interrotto dopo 5,5 anni quando le analisi non sono riuscite a dimostrare alcun legame tra l'integrazione giornaliera di selenio di 200 con l'aggiunta o meno di 400 unità internazionali (I.E.) al giorno di vitamina E e il rischio di sviluppare cancro alla prostata.

Un follow-up di un anno e mezzo dei dati dei partecipanti a seguito dell'assunzione specifica dello studio ha confermato che non vi era alcuna associazione significativa tra l'integrazione di selenio e il rischio di cancro alla prostata. 

Nel 2003, la FDA ha approvato un'indicazione qualificata sulla salute per alimenti e integratori alimentari contenenti selenio, affermando che 'alcune prove scientifiche suggeriscono che il consumo di selenio è in grado di ridurre il rischio legato ad alcune forme di cancro'. La FDA ha poi stabilito che queste prove sono finora limitate e inconcludenti.

Sono necessarie ulteriori ricerche per confermare la relazione tra le concentrazioni di selenio e il rischio di cancro, così come per determinare se gli integratori di selenio siano effettivamente utili nella prevenzione di tutti i tipi di cancro.

Malattie cardiovascolari

Le selenoproteine aiutano a prevenire la modificazione ossidativa dei lipidi riducendo l'infiammazione e prevenendo l'accumulo di piastrine. Per queste ragioni, gli esperti hanno suggerito che gli integratori al selenio possono ridurre il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari o di morte ad esse associata.

Tuttavia, i dati epidemiologici sul ruolo del selenio nelle malattie cardiovascolari hanno portato a conclusioni contraddittorie. Alcuni studi osservazionali hanno trovato una relazione inversa tra le concentrazioni di selenio nel siero e il rischio di ipertensione o di malattie coronariche.

Una meta-analisi di 25 studi empirici ha rilevato che le persone con concentrazioni più basse di selenio manifestavano un rischio maggiore di sviluppare malattie coronariche. Altri studi osservazionali, d'altra parte, non sono riusciti a trovare un collegamento statisticamente significativo tra le concentrazioni di selenio e il rischio di malattie cardiache o di morte, oppure hanno scoperto che concentrazioni più elevate di selenio erano associate a un aumento del rischio di malattie cardiovascolari.  

Diversi studi clinici hanno esaminato se l'integratore di selenio riduce effettivamente il rischio di sviluppare disturbi cardiovascolari. Ad esempio, in uno studio randomizzato e controllato con placebo, 474 adulti sani di età compresa tra i 60 e i 74 anni, con una concentrazione media di selenio nel plasma di 9,12 µg/dL, hanno assunto quotidianamente per sei mesi integratori da 100, 200 o 300 mcg di selenio o un placebo. 

Gli integratori alimentari hanno portato ad una diminuzione dei livelli di colesterolo plasmatico totale e HDL (colesterolo totale meno il valore HDL) rispetto al gruppo placebo, mediante la dose giornaliera di 300 mcg che ha aumentato significativamente i livelli di HDL.

Altri studi hanno evidenziato che gli integratori di selenio (200 mcg al giorno) o quelli sotto forma di compresse multivitaminiche/multiminerali contenenti selenio (100 µg al giorno) non riducono il rischio di malattie cardiovascolari o di morte cardiaca.  

Una revisione di studi basati sull'utilizzo di integratori a base di selenio puro per la prevenzione primaria delle malattie cardiovascolari non ha evidenziato effetti statisticamente significativi associabili al selenio in caso di eventi cardiovascolari fatali e non fatali. Quasi tutti i partecipanti a questi studi clinici erano maschi adulti ben nutriti provenienti dagli Stati Uniti.

Le prove limitate ad oggi disponibili grazie agli studi clinici non supportano l'uso di integratori al selenio per la prevenzione delle malattie cardiache. Ciò è particolarmente vero per le persone sane che assumono già sufficienti quantità di selenio attraverso l'alimentazione.

Sono necessari ulteriori studi clinici per meglio comprendereil contributo che il selenio riveniente da alimenti e integratori può effettivamente offrire alla salute cardiovascolare.

Selenio e deterioramento mentale

Le concentrazioni di selenio nel siero diminuiscono con l'aumentare dell'età. Concentrazioni minime o carenze di selenio possono essere correlate al declino delle funzioni cerebrali dovuto all'età e causata proprio dalla diminuzione dell'attività antiossidante del selenio.  

I risultati degli studi osservazionali variano notevolmente. In due di questi, i partecipanti con livelli iniziali di selenio plasmatico più bassi hanno evidenziato maggiori probabilità di essere soggetti ad un declino cognitivo nel tempo. Tuttavia, non è chiaro se i partecipanti a questo studio avessero una carenza di selenio.  

Un'analisi dei dati NHANES di 4.809 anziani negli Stati Uniti non ha trovato alcuna associazione tra i livelli di selenio nel siero (varianti da meno di 11,3 a più di 13,5 µg/dL) e i risultati dei test di mnemonici. 

I ricercatori hanno studiato la possibile relazione tra l'assunzione di un integratore antiossidante contenente selenio e la riduzione del rischio di deterioramento cognitivo nelle persone anziane. Un'analisi dei dati provenienti dallo studio 'Supplémentation en Vitamine et Minéraux Antioxidants (SU.VI.MAX)', che ha coinvolto in Francia 4.447 persone di età compresa tra i 45 e i 60 anni, evidenzia che, 6 anni dopo la fine dell'osservazione, l'integrazione alimentare giornaliera a base di 120 mg di acido ascorbico, 30 mg di vitamina E, 6 mg di beta-carotene, 100 mcg di selenio e 20 mg di zinco per un periodo di 8 anni, ha dato risultati migliori in termini di memoria episodica e competenza linguistica semantica rispetto al placebo. 

Tuttavia, il contributo indipendente del selenio in relazione agli effetti osservati di questo studio non è evidente. Gli autori di una revisione sistematica, che comprendeva nove studi controllati con placebo, hanno concluso che le prove cliniche disponibili sono insufficienti per determinare se gli integratori al selenio possano aiutare nella prevenzionedel morbo di Alzheimer. 

Sono pertanto necessarie ulteriori prove per chiarire se gli integratori al selenio possano essere utili nella prevenzione o nel trattamento del declino cognitivo delle persone anziane.

Selenio e malattie della tiroide

La concentrazione di selenio nella ghiandola tiroidea è la più alta rispetto a qualsiasi altro organo del corpo. Come lo iodio, anche il selenio svolge importanti funzioni nella sintesi ormonale e nel metabolismo della tiroide.

L'evidenza epidemiologica che indica un'associazione tra i livelli di selenio e la funzione tiroidea include un'analisi dei dati raccolti da 1.900 partecipanti allo studio SU.VI.MAX, che suggerisce una relazione inversa tra concentrazioni di selenio e volume tiroideo, il rischio di formazione di gozzo e il rischio di danni ai tessuti tiroidei nelle persone che presentano una lieve carenza di iodio. 

Tuttavia, questi risultati sono statisticamente rilevanti solo per le donne. Uno studio trasversale su 805 adulti residenti in Danimarca con una lieve carenza di iodio ha rilevato una forte relazione inversa tra la concentrazione di selenio nel siero e il volume della ghiandola tiroidea nelle donne. 

Studi randomizzati e controllati sull'integrazione di selenio in pazienti con malattie tiroidee hanno prodotto risultati contrastanti. In uno studio randomizzato, in doppio cieco e controllato con placebo, 368 adulti sani di età compresa tra i 60 e i 74 anni hanno ricevuto quotidianamente 100, 200 e 300 µg di selenio per 6 mesi, il che non ha avuto alcun effetto sulla funzione della ghiandola tiroidea, nonostante un notevole aumento dei livelli plasmatici di selenio. 

Un altro studio randomizzato in doppio cieco, controllato con placebo, ha confrontato gli effetti di una somministrazione quotidiana per 6 mesi di 200 mcg di selenio (come selenite di sodio), 1.200 mg di pentossifillina (un agente antinfiammatorio) o placebo, a 159 pazienti affetti da una lieve malattia intestinale di base. Rispetto ai pazienti trattati con placebo, coloro che hanno ricevuto selenio, ma non pentossifillina, hanno evidenziato una qualità di vita superiore.

Inoltre, gli esiti oftalmologici sono migliorati del 61% nel gruppo trattato con selenio, rispetto al 36% del gruppo placebo. Inoltre, solo il 7% del gruppo del selenio ha mostrato piccoli segni di progressione della malattia, rispetto al 26% del gruppo del placebo.

Le donne con presenza di anticorpi anti-perossidasi hanno maggiori probabilità di sviluppare ipotiroidismo durante la gravidanza e disfunzioni tiroidee dopo il parto. Gli autori di una revisione Cochrane sull'ipotiroidismo in gravidanza hanno concluso che un'integrazione giornaliera di 200 mcg di selenio sotto forma di selenometionina, sulla base di uno studio in cui 151 donne incinte con anticorpi anti-perossidasi tiroidea hanno ricevuto il medesimo quantitativo di selenio, rappresenta una strategia promettente per questo gruppo, in particolare per ridurre la tiroidite postpartum. Ciononostante, gli autori hanno richiesto ampi studi clinici randomizzati per fornire prove di qualità superiore.

Sono necessarie ulteriori ricerche per determinare se la supplementazione di selenio può aiutare a prevenire o curare le malattie della tiroide.

I benefici del selenio per la salute

Il selenio è un oligoelemento che, nel giusto dosaggio, garantisce una salute ottimale. È un nutriente importante per un sistema immunitario stabile, un aspetto giovane e una mente acuta, ma è anche un nutriente essenziale nella lotta contro il cancro.

Il selenio (Se) è un oligoelemento presente nel pollame, nel pesce, nei cereali e nelle uova. Fino al 1957 si riteneva fosse una tossina, ma le ricerche attuali dimostrano che il consumo di una quantità ragionevole di selenio comporta numerosi evidenti benefici per la salute. Le recenti ricerche scientifiche stanno quindi considerando una ridefinizione dei livelli di selenio raccomandati. 

Le piante assorbono il selenio attraverso il terreno. Per questo motivo, le persone in tutto il mondo consumano ogni giorno quantità diverse di selenio, a seconda della concentrazione di minerali nella regione circostante. Le carenze di selenio sono diretta conseguenza dellacollocazione geografica. 

Esiste una vasta gamma di ricerche sui benefici del selenio per la salute, tenendo conto di fattori che vanno dall'umore al cancro. C'è inoltre un legame tra la carenza di selenio e una serie di complicazioni negative per la salute.

1. Combatte le infiammazioni

Secondo uno studio di revisione, il selenio inibisce l'NF-kB e la relativa attivazione dell'interleuchina-6, così come la produzione di TNF-alfa.

Il selenio può anche causare una riduzione dei livelli anormalmente elevati di IL-8- e TNF-alfa. 

2. Supporta la regolazione del bioritmo

Il selenio è coadiuvantenel ripristino di un regolare ritmo giorno-notte.

3. Ha proprietà anti-invecchiamento

La ricerca ha a lungo evidenziato i benefici del consumo di pesce in relazione al consumo di acidi grassi polinsaturi. Tuttavia, è anche possibile che i benefici del consumo frequente di pesce siano dovuti alle maggiori concentrazioni di selenio.

Insieme agli acidi grassi, il selenio supporta le capacità cognitive e previene la formazione di prodotti indesiderati da parte degli acidi grassi polinsaturi.

In uno studio più recente, i partecipanti più anziani (oltre 69 anni di età) con il maggiore consumo di pesce e di conseguenza con i livelli più alti di selenio e di acidi grassi polinsaturi manifestavano una migliore funzione cognitiva.

C'è anche una correlazione tra unacondizionedibassi livelli di selenio basso e il declino cognitivo.

In uno studio, le persone affette da Alzheimer presentavano solo il 60% della concentrazione di selenio presente nel gruppo di controllo.

4. È importante per il funzionamento della tiroide

Se l'organismo va incontro ad una carenza di selenio, le rimanenti riserve si concentrano nei tessuti della tiroide e del cervello. La ghiandola tiroidea ha il più alto contenuto di selenio per grammo di tessuto. 

Nei pazienti affetti da tiroidite di Hashimoto, gli integratori al selenio hanno indotto una significativa riduzione degli anticorpi anti-perossidasi tiroidea (TPO) rispetto al placebo.

Negli stessi pazienti, così come nelle donne in gravidanza con anticorpi anti-TPO, l'integrazione di selenio ha comportato anche una diminuzione dei livelli di anticorpi e ha migliorato la struttura della tiroide, come dimostrato dagli esami ad ultrasuoni. Inoltre, grazie all'integrazione di selenio, i pazienti con morbo di Graves hanno ottenuto una remissione più rapida.

Nelle donne con bassi livelli di iodio, minore è il livello di selenio nel sangue, maggiori sono il volume della ghiandola tiroidea e il rischio di gozzo e di danni al tessuto tiroideo.

5. Previene il cancro

Il selenio previene il cancro in molteplici modi. È stato dimostrato che concentrazioni elevate, ma non tossiche, di selenio riducono il rischio di cancro al colon, alla prostata e ai polmoni. Il selenio è in grado di prevenire la formazione di cellule tumorali o di arrestarne il ciclo cellulare.

Anche se esistono legami tra l'assunzione di selenio e la prevenzione del cancro, la genetica, il sesso e l'età del paziente, insieme allo stadio e al tipo di cancro, influiscono sull'azione preventiva del selenio.

Secondo la ricerca attuale, in America si consumano quantità sufficienti di selenio, il che riduce le probabilità di contrarre il cancro. Uno studio longitudinale ha rilevato che, in un periodo di otto-dieci anni, il selenio riduce il rischio di morte in individui con cancro ai polmoni, al colon e alla prostata.

Anche in un altro studio condotto su persone con tumori della pelle, il selenio ha ridotto il rischio di mortalità. Coloro cui è stato somministrato selenio invece di placebo hanno mostrato un tasso di mortalità tumorale relativamente inferiore del 50% nel caso di tumori non melanoma.

Una combinazione di cardo mariano (silimarina) e selenio ha ridotto significativamente il colesterolo LDL e quello totale negli uomini a cui è stata asportata la prostata. Questi marcatori vengono utilizzati per determinare i fattori di rischio per la progressione del cancro alla prostata.

6. Aiuta il sistema immunitario (soprattutto contro i virus)

Un deficit di selenio può indurre l'organismo a manifestare una risposta immunitaria anomala. Un maggiore apporto di selenio consente anche la distruzione delle cellule tumorali e aiuta il corpo a produrre anticorpi. Inoltre, la carenza di selenio è anche associata alla progressione delle infezioni virali.

Le persone con bassi livelli di selenio possono sviluppare virus altrimenti innocui, il che rappresenta un possibile pericolo. Di conseguenza, la carenza di selenio può portare a cardiomiopatia, con conseguente difficoltà per il cuore di distribuire il sangue all'organismo.

Disponendo di un sufficiente quantitativo di selenio, l'organismopuò giovarsi di una forte immunità cellulare, grazie alla minor esposizione alla morte o a danni delle stesse cellule immunitarie.

Se il livello di selenio è significativamente al di sotto dei livelli ideali, le cellule sono soggette a stress. La morte cellulare attiva il virus e gli permette di replicarsi più rapidamente.

Il selenio aiuta anche nella lotta contro l'HIV, inibendo la replicazione virale. Lo stato del selenio di una persona può fungere da predittore dell'esito della malattia: rispetto a coloro che presentano livelli di selenio nella norma, i pazienti con carenza di selenio hanno una probabilità quasi 20 volte maggiore di morire per cause legate all'HIV.

Nei bambini, bassi livelli di selenio non solo aumentano la probabilità di andare incontro alla morte per HIV, ma consentono anche una più rapida diffusione della malattia.

7. È benefico per le persone con dominazione Th2

Gli integratori di selenio possono anche coadiuvare nella reindirizzazione delle risposte immunitarie del tipo Th2 associate ad allergie e asma, contribuendo alla promozione del Th1 e fornendo protezione contro le infezioni virali e il cancro.

8. Favorisce la fertilità e la salute riproduttiva

Negli animali alla carenza di selenio si associa spesso una maggiore probabilità di aborto spontaneo. Nelle donne che hanno avuto un aborto spontaneo nel primo trimestre di gravidanza si evidenzia una forte probabilità di riscontrare bassi livelli di selenio.

Ma il selenio influenza anche la fertilità maschile, in quanto è necessario per la formazione e lo sviluppo degli spermatozoi. Negli uomini subfertili che hanno ricevuto supplementi di selenio per tre mesi, la motilità degli spermatozoi è aumentata in modo significativo.

Il selenio risulta importante per la sintesi del testosterone nei ratti, ma non ne aumenta i livelli in una persona fintanto che questi ne disponga a sufficienza.

In questo studio, l'11% degli uomini che hanno assunto integratori al selenio sono diventati padri, contrariamente a coloro che, avendo assunto placebo,non ne hanno avuti.

9. Migliora lo stato d'animo

Il selenio influenza le cellule del sistema nervoso, e quindi l'umore. Nelle persone con carenza di selenio il turnover dei neurotrasmettitori è più lento.

Bassi livelli di selenio sono associati a depressione, ansia, disorientamento e ostilità.

Gli anziani in ospedale, così come i pazienti affetti da cancro e/o HIV, hanno dichiarato di sentire meno ansia dopo l'integrazione di selenio nella loro alimentazione.

In uno studio a breve termine della durata di 15 settimane, le persone con bassi livelli di selenio sottoposte a test dell'umore hanno ottenuto punteggi individuali inferiori nelle aree del 'pensiero nitido' e del 'buonumore'. Al contrario, le persone che seguono una dieta ricca di selenio hanno ottenuto punteggi elevati nelle categorie 'pensiero nitido', 'sicurezza' e 'calma'. 

10. Aumenta l'IGF-1

Uno studio italiano su adulti dai 65 anni in su ha evidenziato una forte associazione positiva tra il selenio e IGF-1.

Il selenio per il trattamento dell'ipotiroidismo

Una tiroide sana è importante per la salute generale. Tuttavia, molte persone lottano con malattie tiroidee come l'ipotiroidismo, in particolare la tiroidite di Hashimoto, che è una malattia autoimmune.

In questo caso, il sistema immunitario attacca la ghiandola tiroidea e l'infiammazione che ne deriva porta all'ipotiroidismo o all'ipertiroidismo. La tiroidite di Hashimoto è la forma più comune di ipotiroidismo ed è stata la prima ad essere classificata come malattia autoimmune.

L'argomento sulla salute della tiroide è stato affrontato in numerosi scritti, e a questo proposito sono stati evidenziati una serie di fattori ambientali, quali il glutine, la salute intestinale, lo stress, l'eccesso di iodio e la carenza di vitamina D, che possono influenzare la funzione della ghiandola tiroidea.

Si è anche discusso delle ragioni per le quali un cambiamento nella dieta è sempre il primo passo nel trattamento di Hashimoto e del perché la sostituzione dell'ormone tiroideo è spesso necessaria per un esito positivo.

Ma c'è un altro fattore nutrizionale che può avere un ruolo nella salute della tiroide: il selenio.

La carenza di selenio è considerata non comune negli adulti sani ed è più probabile che si trovi nelle persone con problemi digestivi come il morbo di Crohn o la celiachia, per via del basso assorbimento di sostanze nutritive. Ma le persone con una grave infiammazione a seguito di infezione cronica possono anche presentare una carenza di selenio.  

Si ritiene che un deficit di selenio in sé non causi una malattia specifica, ma per via del ruolo che il selenio svolge nella funzione del sistema immunitario rende l'organismo più suscettibile alle malattie causate da altri fattori di stress nutrizionali, biochimici o infettivi. 

Una dieta adeguata a base di selenio supporta l'efficienza della sintesi e del metabolismo dell'ormone tiroideo, protegge la tiroide dai danni dovuti ad un'eccessiva esposizione allo iodio. 

Diversi studi scientifici hanno dimostrato i benefici degli integratori di selenio nel trattamento delle malattie tiroidee autoimmuni. Uno studio ha scoperto che gli integratori di selenio hanno un forte effetto sull'attività infiammatoria delle malattie autoimmuni specifiche della tiroide, con la riduzione dell'infiammazione che potrebbe limitare i danni al tessuto tiroideo. 

Ciò può essere dovuto all'aumento dell'attività della glutatione perossidasi e della tioredossina reduttasi, così come alla diminuzione delle concentrazioni tossiche di perossido di idrogeno e idroperossidi lipidici, risultati della sintesi dell'ormone tiroideo. 

Un altro studio ha seguito i pazienti per un periodo di 9 mesi, scoprendo che l'integrazione di selenio ha determinato una riduzione del livello di anticorpi della perossidasi tiroidea nel sangue, anche nei pazienti con carenza di selenio.

Se da una parte questi studi sono promettenti per l'uso di integratori di selenio nella prevenzione di danni al tessuto tiroideo, sono però ancora necessarie ulteriori ricerche per determinare gli effetti clinici a lungo termine del trattamento mediante selenio in caso di malattia infiammatoria autoimmune della tiroide.

Inoltre, il selenio è necessario anche per la conversione di T4 in T3, in quanto gli enzimi desiodasi (gli enzimi che rimuovono gli atomi di iodio dal T4 durante il processo) sono dipendenti dal selenio. Il T3 è la forma attiva dell'ormone tiroideo e bassi livelli di T3 possono causare sintomi ipotiroidei.

Uno studio di intervento in doppio cieco ha evidenziato che l'integrazione di selenio ha regolato i livelli di T4 nelle persone con deficit di selenio, teoricamente basato su un miglioramento della conversione periferica di T3. 

Nei casi di grave carenza di selenio, la conversione T4/T3 può essere compromessa, il che può portare a sintomi di ipotiroidismo. Se la ghiandola tiroidea non riesce a convertire il T3 diventa chiaro quanto questo processo dipenda dalle selenoproteine e che una significativa carenza di selenio possa causare sintomi di ipotiroidismo.

Ci si pone allora la domanda: sarebbe utile iniziare ad assumere integratori di selenio se si soffre di ipotiroidismo, di tiroidite di Hashimoto o di bassi livelli di T3?

Come spesso accade, la risposta è: dipende. Se da una parte questi studi preliminari mostrano le proprietà benefiche degli integratori di selenio sull'attività infiammatoria in caso di malattie della tiroide autoimmune, il loro effetto a lungo termine sulla salute della tiroide sono ancora sconosciuti.

Sappiamo che il selenio è un componente importante degli enzimi responsabili della conversione del T4 in T3, ma non è chiaro se l'integrazione comporti un aumento dei livelli sierici di T3.

Nonostante sembri che gli integratori di selenio siano una ovvia soluzione in caso di scarsa funzionalità tiroidea, il consumo a lungo termine di alte dosi di selenio può portare a complicazioni come disturbi gastrointestinali, perdita di capelli, unghie a chiazze bianche, alito di aglio, affaticamento, irritabilità e lievi danni ai nervi. Inoltre, se si hanno bassi livelli di iodio, l'integrazione di selenio può persino peggiorare l'ipotiroidismo.

Mantenere un'assunzione ottimale di selenio in maniera consapevole può dare sia al sistema immunitario che alla ghiandola tiroidea quella spinta necessaria per funzionare meglio. Per le persone con patologie tiroidee è dunque particolarmente importante mantenere livelli adeguati di selenio.

Rischi per la salute dovuti all'eccessiva assunzione di selenio

Ci sono numerose prove delle proprietà di supporto alla salute proprie del selenio. Se viene rispettato un dosaggio regolare, solitamente il selenio non mostra effetti collaterali negativi. Se assunto in dosi eccessive, però, può avere alcune conseguenze sulla salute.

1. Un'assunzione eccessiva di selenio può favorire il diabete di tipo II, che insieme a elevati livelli di zucchero nel sangue è positivamente correlato al selenio. 

Un controllo di fattori quali il sesso, il peso e l'età ha evidenziato una correlazione tra gli alti livelli di selenio e il diabete di tipo II.

Tuttavia, il rapporto tra diabete e selenio non è facile da descrivere. Le donne che soffrono di diabete durante la gravidanza hanno concentrazioni di selenio più basse rispetto a quelle presenti di solito nelle donne in gravidanza.

I diversi risultati relativi al rapporto tra selenio e diabete sottolineano il fatto che l'eccesso di selenio, normalmente non dosato, favorisce il diabete. 

2. Un eccesso di selenio negli uomini può comportare una diminuzione dell'ormone tiroideo attivo T3.

Uno studio ha rilevato che l'eccesso selenio (300 mcg) causa la riduzione del T3 negli uomini, ma uno studio più ampio non è riuscito a replicare i medesimi risultati.

Assunzioni cronicamente elevate di composti organici e inorganici del selenio mostrano effetti simili. I primi indicatori di un'assunzione eccessiva sono l'odore di aglio dell'alitoe un sapore metallico in bocca. I sintomi clinici più comuni di assunzione cronica di selenio o selenosi sono la perdita di capelli e le unghie fragili.

Altri sintomi sono lesioni della pelle e del sistema nervoso, nausea, diarrea, eruzioni cutanee, denti macchiati, stanchezza, irritabilità e anomalie del sistema nervoso.

Come già detto, le noci del Brasile contengono quantità molto elevate di selenio (68-91 mcg per noce) e potrebbero portare all'avvelenamento da selenio se consumate regolarmente.

La tossicità acuta del selenio può causare gravi sintomi gastrointestinali e neurologici, sindromi da distress respiratorio acuto, infarto del miocardio, perdita di capelli, sensibilità muscolare, tremori, sonnolenza, arrossamento del viso, insufficienza renale e cardiaca e, in rari casi, anche la morte. 

L'FNB ha stabilito livelli superiori (UL) per il selenio da alimenti e integratori, in base al suo contenuto associato alla fragilità dei capelli e delle unghie. 

Livello di assunzione di riferimento (UL) per il selenio:

Tossicità del selenio

Per gli adulti, la quantità massima consentita (UL) per il selenio è di 400 mcg al giorno.

Alcuni segnali immediati di possibile sovradosaggio di selenio sonocattiva digestione e sintomi neurologici (compresi tremori), sonnolenza, vampate di calore, dolore muscolare e difficoltànel respiro. Altre reazioni ben più gravi possono portareall'infarto, all'insufficienza cardiaca o renale e, seppur molto raramente, all morte. 

La curcumina ha un'azione di contrastoall'avvelenamento da selenio del fegato e dei reni.

Interazioni con alcuni farmaci

Il selenio può interagire con alcuni farmaci, e inoltre determinati medicinali possono anche avere un effetto negativo sui livelli di selenio. Un esempio è il cisplatino, un farmaco impiegato nel trattamento del cancro delle ovaie, della vescica, dei polmoni e altri. Il cisplatino può ridurre il livello di selenio nel siero e nei capelli. Non si sa ancora, però, se questo comporti effetti clinici.

Per le persone che assumono regolarmente cisplatino o altri farmaci si consiglia di verificare il livello di selenio nel proprio organismo con il medico curante.


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