Informazioni, benefici, carenze, dosaggi, effetti collaterali
La L-carnitina, o semplicemente carnitina, è composta da amminoacidi ed è presente in quasi tutte le cellule del corpo. Il suo nome deriva dal termine latino 'carnus' (che significa carne), perché il composto viene inizialmente isolato dalla carne.
Carnitina è il termine generico per diversi composti, tra cui L-carnitina tartrato, acetil-L-carnitina e propionil-L-carnitina.
La carnitina svolge un ruolo decisivo nella fornitura di energia. Trasporta gli acidi grassi a catena lunga nei mitocondri, dove possono essere ossidati ('bruciati') per produrre energia. Inoltre, la carnitina trasporta anche i composti tossici fuori da questi organuli cellulari per evitare un eccessivo accumulo. Date queste importanti funzioni, la carnitina può essere rilevata in particolare in tessuti come i muscoli scheletrici e cardiaci, che utilizzano gli acidi grassi come carburante alimentare.
Il corpo della maggior parte delle persone di solito produce abbastanza carnitina da soddisfarne le esigenze. Per ragioni genetiche o mediche, alcuni individui (come i neonati) non riescono a produrne abbastanza, per cui la carnitina costituisce un nutriente essenziale per loro. [2]
La L-carnitina rappresenta la forma convenzionale biologicamente attiva della carnitina presente nel corpo, negli alimenti e nella maggior parte degli integratori alimentari.
Di seguito sono riportati alcuni tra gli altri tipi di carnitina:
Per la maggior parte delle persone, l'acetil-L-carnitina e la L-carnitina tartrato sembrano essere le forme più efficaci per un uso generale. Tuttavia, dovresti sempre scegliere la forma più adatta alle tue esigenze e ai tuoi obiettivi personali.
Recenti ricerche hanno evidenziato i potenziali benefici delle diverse forme di carnitina, che potrebbero essere utilizzate in caso di malattie cardiache e cerebrali specifiche. [86] [85]
La L-carnitina ha un effetto benefico sulla salute generale, in quanto può sostenere la funzione mitocondriale e contribuire alla crescita o al miglioramento della stessa. I mitocondri svolgono un ruolo essenziale nella prevenzione delle malattie, nel rallentamento del processo di invecchiamento e nel mantenimento della vitalità e della salute. [82] [84] [83]
L'effetto più importante della L-carnitina è legato alla produzione di energia nelle cellule del corpo. [13] [78] [76] All'interno delle cellule, la L-carnitina promuove il trasporto degli acidi grassi nei mitocondri, i quali fungono da motori in grado di convertire gli acidi grassi introdotti dalla L-carnitina in energia utilizzabile.[62] [87]
Circa il 98% delle riserve di L-carnitina del corpo viene immagazzinato nei muscoli, nel muscolo cardiaco e nel cervello, con piccole quantità ancora rintracciabili nel fegato e nel sangue.[79]
Il corpo umano necessita di diversi enzimi per la sintesi della L-carnitina, così come di aminoacidi quali la lisina e la metionina, oltre a ferro, niacina, vitamina B6 e alfa-chetoglutarato. È necessaria anche una quantità sufficiente di vitamina C per sintetizzare in modo efficiente la L-carnitina.[90]
Oltre alla L-carnitina prodotta dall'organismo stesso, piccole quantità possono anche essere ricavate dagli alimenti, mediante prodotti di origine animale come carne o pesce. [5]
I vegani o le persone con determinati problemi genetici potrebbero non essere in grado di produrre autonomamente quantità sufficienti di carnitina né di assorbirla da fonti esterne. Per questo è considerato un nutriente 'condizionatamente essenziale'. [57]
La dose giornaliera abituale di L-carnitina è compresa tra 500 mg e 3000 mg (1000 milligrammi = 1 grammo). Anche se il dosaggio varia da studio a studio, ti riportiamo di seguito una panoramica dell'uso e del dosaggio raccomandati per ciascuna forma:
Dopo aver esaminato i risultati della ricerca, gli studiosi hanno concluso che dosaggi fino a 2000 mg al giorno rientrano ancora nella piena sicurezza per un utilizzo a lungo termine, costituendo una dose efficace per la maggior parte delle forme di L-carnitina.
La L-carnitina non è un nutriente essenziale. Pertanto, i bambini e gli adulti sani non hanno necessariamente bisogno di assumere la carnitina attraverso il cibo o gli integratori alimentari, in quanto il fegato e i reni già producono quantità sufficienti degli aminoacidi lisina e metionina per coprire il fabbisogno giornaliero. [2] [4]
Nel 1989, il 'Food and Nutrition Board' statunitense (FNB) delle 'National Academies' (ex Accademia Nazionale delle Scienze) ha condotto studi per indagare sulle funzioni della carnitina, ed è giunto alla conclusione che non si tratta di un nutriente essenziale. Di conseguenza, la FNB non ha stabilito valori di riferimento specifici per l'assunzione di carnitina, né raccomandazioni relative all'indennità giornaliera raccomandata (RDA). [6]
La carnitina è stata ampiamente studiata, in quanto fondamentale per la produzione di energia e integratore alimentare ben tollerato e generalmente sicuro. [13] Nell'ambito degli studi scientifici, i ricercatori preferiscono l'utilizzo dell'acetil-L-carnitina, perché, rispetto alla L-carnitina, viene assorbita meglio nell'intestino tenue e attraversa la barriera emato-encefalica in modo più efficiente (cioè raggiunge il tessuto cerebrale). [16]
I prodotti di origine animale come carne, pesce, pollame e latte rappresentano i migliori fornitori di carnitina. In generale, si può dire che più rossa è la carne, più alto è il contenuto di carnitina. [3] [5]
I prodotti lattiero-caseari contengono carnitina principalmente nella parte di siero di latte. [2]
La carnitina si presenta in due forme note come D e L, ovvero immagini speculari (isomeri) l'una dell'altra. Solo la L-carnitina è attiva nel corpo e rappresenta la forma che si manifesta nel cibo. [1]
Ti indichiamo qui di seguito il contenuto di carnitina per grammo di cibo: [2]
Gli adulti che seguono diete miste, includendo carne rossa e altri prodotti di origine animale, ingeriscono circa 60-180 milligrammi al giorno di carnitina.[1]
I vegani, evitando cibi di origine animale, ne consumano molto meno (ca. 10-12 milligrammi). La maggior parte della carnitina presente negli alimenti (54-86%) viene assorbita dall'intestino tenue, dove entra nel flusso sanguigno.[2] [1]
I reni immagazzinano la carnitina in modo efficiente, quindi anche le diete a basso contenuto di carnitina hanno scarso effetto sul contenuto complessivo di carnitina del corpo. [2] [18] Invece di essere metabolizzata, la carnitina in eccesso viene espulsa con l'urina attraverso i reni, come necessario per mantenere una concentrazione stabile nel sangue.
Esistono due diverse condizioni di carenza di carnitina. Il deficit di carnitina primario rappresenta una malattia genetica del sistema di trasporto cellulare della carnitina che di solito si manifesta intorno ai cinque anni con sintomi di cardiomiopatia, debolezza muscolare scheletrica e ipoglicemia.
Il deficit di carnitina secondaria può essere dovuto ad alcune malattie (ad es. insufficienza renale cronica) o cause (ad es. l'assunzione di alcuni antibiotici) che riducono l'assorbimento della carnitina o ne aumentano l'escrezione. [2] Per il trattamento di tali carenze, esiste dunque un consenso scientifico sull'importanza dei farmaci da prescrizione e degli integratori a base di carnitina.
In studi condotti sull'uomo, l'assunzione giornaliera di acetil-L-carnitina è stata in grado di contrastare il deterioramento delle funzioni cerebrali associate al morbo di Alzheimer e ad altre malattie cerebrali. Inoltre, sono stati riscontrati simili effetti benefici sulla funzione cerebrale generale delle persone anziane che non soffrivano di Alzheimer né di altre malattie cerebrali. [75] [80] [77]
In alcuni casi, può persino aiutare a proteggere il cervello dai danni alle cellule. In uno studio, gli alcolisti hanno assunto 2000 mg al giorno di acetil-L-carnitina per 90 giorni. Le misurazioni delle loro funzioni cerebrali hanno poi mostrato miglioramenti significativi in tutti i settori. [81]
Sono necessarie ulteriori ricerche per poter fare dichiarazioni sugli effetti a lungo termine sulle persone sane che non soffrono di malattie né di funzioni cerebrali compromesse.
Il contenuto di carnitina nel liquido seminale è direttamente correlato alla conta degli spermatozoi e alla motilità [44] [47], suggerendo che il composto può essere utile nel trattamento dell'infertilità maschile. Diversi studi hanno dimostrato che l'integrazione di carnitina (da 2000 a 3000 mg al giorno per un periodo di 3-4 mesi) può migliorare la qualità dello sperma.[52] [49] [50]
Inoltre, uno studio randomizzato, in doppio cieco con disegno cross-over, ha evidenziato che il trattamento di 100 uomini sterili con una dose giornaliera di 2000 mg di carnitina per un periodo di 2 mesi sembra migliorare sia la concentrazione che la motilità generale, così come la motilità dei loro spermatozoi nei movimenti in avanti. [53]
I risultati positivi osservati negli studi potrebbero essere dovuti sia all'aumento dell'ossidazione degli acidi grassi mitocondriali (che fornisce più energia agli spermatozoi) sia alla riduzione della morte cellulare nei testicoli.[51]
Tuttavia, un recente studio randomizzato controllato condotto su 21 uomini sterili ha dimostrato che un apporto di carnitina di 3000 mg al giorno per un periodo di 24 settimane non ha comportato un aumento significativo della motilità dello sperma o del numero totale di spermatozoi mobili rispetto ai placebo. [54]
Sono quindi necessari ulteriori studi approfonditi e progettati con maggiore attenzione per valutare i potenziali benefici della carnitina nel trattamento dell'infertilità.
In merito agli effetti della L-carnitina sulle prestazioni atletiche, i risultati sono piuttosto contrastanti. Tuttavia, diversi studi hanno mostrato alcuni lievi miglioramenti nei partecipanti che hanno assunto integratori di L-carnitina in dosi maggiori o per periodi di tempo più lunghi. [70] [68] [[5B063]]
Alcuni atleti ricorrono alla carnitina per migliorare le proprie prestazioni. Dopo vent'anni di ricerca, tuttavia, non è stata ancora trovata alcuna prova coerente che gli integratori di carnitina possano effettivamente migliorare le prestazioni fisiche dei soggetti sani. Gli studi sono stati condotti con dosi giornaliere da 2000 a 6000 mg per periodi compresi tra uno e 28 giorni. [15] [17] [14]
Il contenuto totale di carnitina nel corpo di uomini che pesano 70 chilogrammi è di circa 20 grammi, con la parte principale concentrata soprattutto nei muscoli scheletrici. [14] I preparati a base di carnitina non sembrano, pertanto, aumentare l'utilizzo dell'ossigeno o il metabolismo durante l'esercizio fisico, né il contenuto di carnitina nei muscoli. [17]
Uno studio con 10 atleti di forza ha però evidenziato che l'L-carnitina tartrato ha abbreviato significativamente i tempi di recupero dopo l'esecuzione di 5 serie da 15-20 squat ciascuna [89], riducendo peraltro anche i danni muscolari. [88]
Poiché il livello di carnitina nel muscolo cardiaco debole è basso, dosi aggiuntive possono contrastare gli effetti tossici degli acidi grassi liberi e migliorare il metabolismo dei carboidrati. [23]
In alcuni studi a breve termine, la carnitina ha avuto un effetto anti-ischemico sia per via orale che tramite iniezione. In uno studio clinico multicentrico in doppio cieco, controllato con placebo, in Italia, 2.330 pazienti con infarto acuto del miocardio anteriore hanno ricevuto un preparato di L-carnitina (9 g al giorno per via endovenosa per 5 giorni, 6 g al giorno per via orale per 6 mesi) o un placebo. [26] Il trattamento con L-carnitina ha ridotto significativamente il tasso di mortalità 5 giorni dopo la randomizzazione, ma non ha influenzato con la stessa forza sul rischio di insufficienza cardiaca o di morte dopo 6 mesi.
Gli autori di una meta-analisi del 2013 hanno combinato i risultati di questo studio con quelli di 12 studi più piccoli.[25] Sono giunti alla conclusione che il trattamento con L-carnitina nei pazienti con infarto miocardico acuto in un periodo di follow-up mediano di 2 mesi riduce la mortalità totale del 27%, le aritmie ventricolari del 65% e l'angina del 40%, ma non il rischio di insufficienza cardiaca né di recidività dell'infarto del miocardio.
Alcuni studi hanno evidenziato un potenziale beneficio in termini di abbassamento della pressione sanguigna e adi alleviamento dei processi infiammatori associati alle malattie cardiache.[71] [73]
I partecipanti di uno studio hanno assunto 2000 mg al giorno di acetil-L-carnitina, comportando una riduzione della loro pressione sanguigna sistolica, cioè un importante indicatore della salute del cuore e del rischio di malattie, di quasi 10 punti. [71]
Lo studio ha anche evidenziato che la L-carnitina può migliorare la condizioni dei pazienti con gravi malattie cardiache, come la malattia coronarica o l'insufficienza cardiaca cronica. [74] [23]
Durante uno studio condotto per 12 mesi, è stata osservata una diminuzione dell'insufficienza cardiaca e della morte tra i partecipanti che hanno ricevuto integratori di L-carnitina. [72]
Uno studio del 2013, che ha coinvolto sia roditori che 2.595 persone sottoposte a valutazione cardiaca elettiva ha rilevato che la L-carnitina è convertita in trimetilammina-N-ossido (TMAO) mediante la microbiosi intestinale. Si tratta di una sostanza proaterogena associata a rischi di malattie cardiovascolari. [29]
A causa delle differenze nella composizione dei batteri intestinali, i partecipanti allo studio la cui dieta conteneva carne ha prodotto più TMAO rispetto ai vegani o ai vegetariani in seguito al consumo di L-carnitina. Lo studio ha anche trovato associazioni dose-dipendenti tra le concentrazioni di L-carnitina nel plasma a digiuno e il rischio di contrarre malattie coronariche, malattie arteriose periferiche e malattie cardiovascolari generali, ma solo nei partecipanti che manifestavano alti livelli di TMAO.
I ricercatori hanno trovato che questi risultati potrebbero in parte spiegare il legame tra l'elevato consumo di carne rossa (una ricca fonte di carnitina) e un aumento del rischio di malattie cardiovascolari. Tuttavia, sono necessarie ulteriori ricerche per comprendere a pieno gli effetti della carnitina sulla salute cardiovascolare.
Diversi studi hanno dimostrato l'efficacia della carnitina come integratore alimentare nel trattamento dell'ischemia cardiaca (restrizione del flusso sanguigno al cuore) e della malattia delle arterie periferica (il cui sintomo principale è la cattiva circolazione nelle gambe, nota come claudicazione intermittente). [23] [24]
La claudicazione (malattia delle vetrine) è stata causata da un insufficiente apporto di sangue ricco di ossigeno nelle gambe e ha portato ad un accumulo di acetilcarnitina nei muscoli per via di un utilizzo incompleto. I pazienti con malattia arteriosa periferica che sviluppano claudicatio mostrano una significativa compromissione nell'esecuzione di esercizi fisici, manifestando difficoltà a camminare anche su brevi distanze a bassa velocità. [24] Secondo le ricerche, la carnitina sembra essere in grado di migliorare le prestazioni dei muscoli scheletrici della gamba.
In uno studio clinico multicentrico europeo, l'integrazione con L-carnitina (sotto forma di propionil-L-carnitina a 2 g al giorno per 12 mesi) in pazienti con claudicatio da moderata a grave ha comportato un miglioramento significativo in termini di distanza massima percorsa e di qualità della vita percepita rispetto ai pazienti che hanno ricevuto solo placebo. [28]
Uno studio multicentrico simile condotto negli Stati Uniti e in Russia ha rilevato che la somministrazione della stessa dose giornaliera e della stessa forma di carnitina per un periodo di 6 mesi in pazienti con claudicatio che altera la deambulazione ha comportato un miglioramento della distanza percorsa a piedi e dello stato di salute generale, oltre ad una riduzione del dolore fisico, rispetto ai pazienti del gruppo di controllo. [27]
Gli autori di una revisione sistematica e di una meta-analisi che ha esaminato questi e altri 12 studi clinici randomizzati hanno concluso che la propionil-L-carnitina aumenta significativamente la distanza massima percorsa nei pazienti con claudicatio. [30]
Questi risultati suggeriscono che la L-carnitina, se assunta per un periodo massimo di 1 anno, può avere effetti benefici sul sistema cardiovascolare nei pazienti con specifici determinanti di salute. Altri studi hanno però sollevato preoccupazioni sugli effetti dell'esposizione cronica alla carnitina sul cuore e sulla circolazione.
Si sospetta che la diminuzione della funzione mitocondriale contribuisca al processo di invecchiamento. La carnitina potrebbe essere coinvolta in questo processo, poiché il contenuto di carnitina nei tessuti diminuisce con l'età, riducendo così l'integrità della membrana mitocondriale. [19] Studi su ratti più anziani hanno scoperto che l'integrazione con alte dosi di acetil-L-carnitina e acido alfa-lipoico (un antiossidante) è in grado di ridurre il deterioramento mitocondriale. [20] [22] Di conseguenza gli animali si muovevano di più e manifestavano anche un miglioramento delle loro prestazioni nei compiti di memoria.
Attualmente, però, non esistono studi equivalenti di questo tipo condotti sull'uomo. Ma una meta-analisi di studi in doppio cieco, controllati con placebo, suggerisce che, grazie agli integratori di acetil-L-carnitina, è possibile migliorare le prestazioni della memoria e ridurre il declino mentale negli anziani con lievi deficit cognitivi e morbo di Alzheimer. [21] In questi studi, i partecipanti hanno ricevuto da 1500 a 3000 mg al giorno di acetil-L-carnitina per 3-12 mesi.
La resistenza all'insulina, che svolge un ruolo determinante nello sviluppo del diabete di tipo II, potrebbe essere correlata ad un disturbo dell'ossidazione degli acidi grassi nel muscolo. Ciò solleva la questione se la disfunzione mitocondriale possa essere un fattore che porta alla progressione di questa malattia. L'aumento dell'accumulo di grasso nel tessuto magro è diventato un marker di resistenza all'insulina. [33]
I risultati di ricerche precedenti hanno suggerito che l'integrazione endovenosa con L-carnitina potrebbe migliorare la sensibilità all'insulina nei diabetici, riducendo il contenuto di grasso nel muscolo ed eventualmente abbassando i livelli di glucosio nel sangue a causa di un aumento più rapido dell'ossidazione dei grassi nelle cellule. [34]
Una recente analisi di due studi clinici multicentrici di volontari con diabete di tipo I e di tipo II, rispettivamente, ha evidenziato che il trattamento orale con acetil-L-carnitina (3000 mg al giorno) per un anno ha generato un significativo sollievo dal dolore neuropatico ed una migliore percezione delle vibrazioni nei pazienti con neuropatia diabetica. Il trattamento si è rivelato più efficace nei pazienti con diabete di tipo II con breve durata della malattia. [32]
È stato anche dimostrato che la L-carnitina può ridurre i sintomi del diabete di tipo II e i fattori di rischio ad esso associati.[66] [64] [63]
In uno studio su pazienti con diabete di tipo II, la L-carnitina ha migliorato la risposta della glicemia ai pasti ricchi di carboidrati. Questa reazione glicemica rappresenta un importante indicatore del rischio di diabete e della salute generale. [67]
La L-carnitina può anche combattere il diabete, aumentando un enzima chiave chiamato AMPK, che migliora la capacità dell'organismo di utilizzare i carboidrati. [69]
Il virus dell'immunodeficienza umana (HIV) genera una diminuzione del numero di linfociti (un tipo di globuli bianchi), che porta alla sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS). Nelle persone sieropositive, il grasso si accumula spesso in alcune aree del corpo mentre in altre si scompone, e il loro contenuto di grasso nel sangue (iperlipidemia) e la resistenza all'insulina aumentano, portando insieme alla sindrome da lipodistrofia.
Questa sindrome può indicare una tossicità mitocondriale causata dall'infezione da HIV e dai farmaci antiretrovirali assunti per curarla, che a sua volta può portare ad una carenza di carnitina che influisce sul metabolismo dei lipidi mitocondriali. [36]
Sui meccanismi molecolari che causano questi processi si sa ben poco. Le ricerche preliminari hanno prodotto risultati contraddittori [37], ma suggeriscono che l'integrazione sia per via endovenosa che orale con carnitina (in dosi giornaliere da 2000 a 6000 mg per diverse settimane o mesi) può, nelle persone affette da HIV, rallentare la morte dei linfociti (in grado di contenere la progressione dell'infezione da HIV) [40], ridurre la neuropatia [41] [42] [38] e avere un effetto positivo sui livelli di lipidi nel sangue.[39] [46] [43]
L'omeostasi della carnitina (equilibrio all'interno del corpo) può essere significativamente compromessa nelle persone con malattie renali a causa di diversi fattori. Questi includono, in particolare, la sintesi ridotta e l'aumento dell'escrezione del composto attraverso i reni, oltre alla riduzione dell'assunzione di cibo a causa della perdita di appetito e al minor consumo di alimenti di origine animale.[45]
Molti pazienti con insufficienza renale allo stadio terminale, soprattutto quelli sottoposti a trattamento di emodialisi, vanno incontro a carenza di carnitina. I livelli di carnitina sono bassi sia nel sangue che nei muscoli, il che può favorire anemia, debolezza muscolare, affaticamento, alterazione dei livelli di lipidi nel sangue e malattie cardiache. Numerosi studi suggeriscono che i preparati di carnitina ad alto dosaggio (spesso somministrati per iniezione) possono migliorare alcuni o tutti questi sintomi nei pazienti sottoposti a trattamento emodialisi a lungo termine. Ma la maggior parte di questi studi sono stati condotti principalmente su un piccolo numero di pazienti e non si è trattato di studi in doppio cieco.
Stando alle conclusioni di una recente meta-analisi, i preparati a base di carnitina possono contribuire al trattamento dell'anemia, ma non al miglioramento dei livelli di lipidi nel sangue; inoltre i loro effetti sulle prestazioni fisiche o sulla stabilizzazione dell'attività cardiaca non sono stati chiaramente dimostrati. [48]
I sintomi della stanchezza e del cattivo stato nutrizionale sono comuni nei pazienti affetti da cancro dopo la chemioterapia o il trattamento con radiazioni. [35] Possono anche manifestare una carenza di carnitina. In uno studio, il trattamento con preparati a base di carnitina (4000 mg al giorno per una settimana) ha portato ad un miglioramento della fatica e alla normalizzazione dei livelli di carnitina nel sangue per la maggior parte delle persone sottoposte a chemioterapia. [31]
In un altro studio condotto su pazienti con cancro allo stadio terminale, i soggetti trattati con carnitina (dosaggi da 250 milligrammi a 3000 milligrammi al giorno) hanno riportato un miglioramento dei sintomi dell'affaticamento, dell'umore e della qualità del sonno. [31] In entrambi gli studi, la maggior parte dei partecipanti, prima di iniziare ad assumere gli integratori di carnitina, aveva riportato una carenza della stessa.
Il livello di L-carnitina dipende dalla quantità di cibo consumato e dalla quantità di carnitina prodotta dall'organismo. Di conseguenza, i livelli di L-carnitina sono spesso più bassi nei vegetariani e nei vegani, perché limitano o evitano i prodotti di origine animale. [57] [58]
Pertanto, può essere opportuno per i vegetariani e i vegani assumere integratori di L-carnitina. Ma fino ad oggi non sono stati ancora effettuati studi su questi gruppi specifici di popolazione.
Anche gli anziani potrebbero trarre beneficio da un'integrazione di L-carnitina. La ricerca mostra che i livelli di carnitina diminuiscono con l'età. [61] [60]
Uno studio ha evidenziato che l'assunzione di 2000 mg di L-carnitina nelle persone anziane può effettivamente ridurre l'affaticamento e aumentare la funzione muscolare. Ulteriori ricerche hanno dimostrato che l'acetil-L-carnitina può anche contribuire a migliorare la salute e le prestazioni del cervello nelle persone in età avanzata. [60] [59]
Il rischio di andare incontro ad una carenza di carnitina è maggiore anche nei pazienti che soffrono di cirrosi o malattie renali. Pertanto, l'integrazione con carnitina può in alcuni casi essere d'aiuto.[62] [65] [45]
Come la maggior parte degli integratori naturali, la L-carnitina è abbastanza sicura e priva di gravi effetti collaterali, a condizione di essere assunta nei dosaggi raccomandati.
La sicurezza della L-carnitina è stata indagata e approfondita in uno studio che prevedeva la somministrazione ai partecipanti di 3000 mg al giorno per un periodo di 21 giorni. All'inizio e alla fine dello studio è stato effettuato un emocromo completo per ciascun partecipante e non sono stati osservati effetti negativi. [56]
Secondo un rapporto sulla sicurezza della L-carnitina, dosi di circa 2000 mg al giorno sembrano sicure per un utilizzo nel lungo termine. Sebbene alcuni volontari abbiano segnalato effetti collaterali come nausea o altri problemi digestivi, non è stato riportato alcun problema grave. [55]
La carnitina interagisce con gli antibiotici coniugati con pivalati, come la pivampicillina, che vengono utilizzati nella prevenzione a lungo termine delle infezioni del tratto urinario. Il trattamento a lungo termine con questi antibiotici aumenta l'escrezione di pivaloil-carnitina, che può generare una carenza di carnitina. Sebbene i livelli di carnitina possano calarea tal punto da inibire l'ossidazione degli acidi grassi, non sono stati ancora segnalati casi di malattia dovuti ad un deficit di carnitina. [4] [1]
Il farmaco antiepilettico acido valproico interagisce in molti modi con il metabolismo della carnitina, il che può provocare una carenza di L-carnitina. Le aree interessate sono l'assorbimento cellulare, la biosintesi, l'escrezione renale e il pool intracellulare di carnitina. [91] [92] [93]
L-carnitina tartrato, acetil-L-carnitina e propionil-L-carnitina sono disponibili come integratori alimentari senza necessità di prescrizione medica. La carnitina è spesso pubblicizzata come un utile mezzo per la perdita di peso, a beneficio delle prestazioni di allenamento e del benessere generale. [4] È stata inoltre approvata dalla Food and Drug Administration (FDA) statunitense in quanto farmaco per il trattamento delle carenze primarie e di alcune carenze secondarie di carnitina.
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